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23 aprile 2025

Nord-Est

Zaia spera ancora di poter fare il suo quarto mandato

Veneto come dinamite": la battaglia politica sul futuro della Regione si infiamma

| Carlo De Bastiani |

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Luca Zaia

VENEZIA - Continuano a chiamarli "governatori", ma in realtà sono Presidenti della Regione. In Italia, l’unico vero governatore è quello della Banca d’Italia. A parte questo doveroso dettaglio, il dibattito sul limite dei mandati per i presidenti regionali sta assumendo toni sempre più accesi, con il Veneto al centro della scena. Luca Zaia, leader incontrastato della Regione da oltre un decennio, non ha ancora abbandonato l’idea di correre per un quarto mandato, nonostante le resistenze del governo e le divisioni all'interno del centrodestra.

La questione del terzo mandato: tra legge e politica
La legge nazionale 165 del 2004 è chiara: i presidenti regionali possono restare in carica per un massimo di due mandati consecutivi. Tuttavia, la recente approvazione di una legge regionale in Campania, che consentirebbe al presidente Vincenzo De Luca di candidarsi per un terzo mandato, ha riacceso il dibattito. Il governo Meloni ha impugnato la norma davanti alla Corte costituzionale, ma il pronunciamento della Consulta potrebbe aprire nuovi scenari anche per il Veneto.

Zaia, che tecnicamente si troverebbe al quarto mandato (contando il primo prima dell’introduzione del limite), ha dichiarato: "Non sto facendo battaglie personali, ma se la Consulta dovesse dare ragione alla Campania, si aprirebbe una nuova riflessione". Parole che lasciano intendere una speranza mai sopita di proseguire alla guida del Veneto.

 

Un modello di governo o un rischio di "centro di potere"?

Il Presidente della Giunta Regionale del Veneto ha sempre difeso il suo operato come un esempio di buon governo riconosciuto a livello nazionale e internazionale. "Il Veneto è un modello che funziona – ha ribadito Zaia – e cambiare rotta sarebbe illogico e pericoloso". Matteo Salvini, segretario della Lega, ha blindato il suo leader regionale: "Squadra che vince non si cambia". A sostegno di Zaia è stata persino avviata una raccolta firme che ha già superato le 12.000 adesioni. Il timore principale di Salvini è che se Zaia non fosse riconfermato presidente potrebbe fargli le scarpe.

Tuttavia, i detrattori sostengono che superare il limite dei mandati rappresenterebbe una violazione dei principi democratici e un rischio di concentrazione del potere. Fratelli d’Italia e Forza Italia sono contrari a modifiche legislative che possano favorire ulteriori ricandidature, temendo ripercussioni anche in altre regioni.

Tensioni nel centrodestra: alleati o rivali?
La questione del terzo mandato sta alimentando tensioni tra gli alleati del centrodestra. Fratelli d’Italia rivendica la possibilità di esprimere un proprio candidato per la guida del Veneto, forte dei successi elettorali nazionali. D’altro canto, la Lega insiste sulla continuità amministrativa e sul radicamento territoriale. Le dichiarazioni incendiarie di Alberto Villanova, presidente dell’intergruppo Lega-Liga in consiglio regionale – "Il Veneto è come dinamite: può esplodere" – hanno ulteriormente esasperato gli animi. Raffaele Speranzon (FdI) ha risposto duramente: "Neanche quelli di Hamas usano un linguaggio simile".

Nonostante le frizioni, Zaia ha cercato di mantenere una posizione conciliatoria: "Prima vengono i veneti, poi la Lega e infine il centrodestra". Tuttavia, non ha escluso la possibilità di correre da solo qualora non si trovasse un accordo soddisfacente.

 

Il futuro del Veneto appeso alla Consulta

Il destino politico di Luca Zaia e della Regione Veneto dipenderà in larga parte dalla decisione della Corte costituzionale sulla legge campana. Se la Consulta dovesse bocciare la norma, ogni discussione sul terzo mandato verrebbe archiviata definitivamente. In caso contrario, si aprirebbe una partita politica complessa e potenzialmente esplosiva.

Per ora, Zaia resta al suo posto, concentrato sul governo regionale e sui progetti in corso. Ma l’autunno 2025 si avvicina rapidamente e con esso la scadenza naturale della legislatura. Riuscirà il presidente veneto a ottenere ciò che molti considerano impossibile? La risposta arriverà nei prossimi mesi, quando le tensioni politiche potrebbero raggiungere il suo apice.


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