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28 marzo 2024

Nord-Est

"Zaia si dimetta e apra una nuova fase per il Veneto"

Lo chiedono i giovani democratici del Veneto

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

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TREVISO - Nel corso della conferenza stampa di questa mattina, il Procuratore Aggiunto Carlo Nordio e il generale della Finanza, che accompagnavano il Procuratore Capo di Venezia, hanno sottolineato la cifra ingente utilizzata in tutta la vicenda.

Sono 25 milioni gli euro utilizzati nei fondi neri con fatture false, che aumentavano i costi dei lavori.

Con tali cifre sicuramente sono stati "agevolati" altri reati.

 

Questi i nomi dei protagonisti arrestati, si è parlato di 35 persone, che secondo quanto già reso noto sarebbero questi: Giovanni Artico, Stefano Boscolo Bacheto, Gianfranco detto Flavio Boscolo Contadin, Maria Brotto, Enzo Casarin, Gino Chiarini, Renato Chisso, Patrizio Cuccioletta, Luigi Dal Bordo, Giuseppe Fasiol, Giancarlo Galan (per lui una richiesta al Senato, che verrà vagliata da una apposita commissione), Francesco Giordano, Vincenzo Manganaro, Manuele Marrazzi, Giampietro Marchese (consigliere regionale), A. M., Roberto Meneguzzo, Franco Morbiolo, Luciano Neri, Maria Giovanna Piva, Emilio Spaziante, Federico Sutto, Stefano Tomarelli, Paolo Venuti e degli arresti domiciliari disposti per Lino Brentan, Alessandro Cicero, Corrado Crialese, Nicola Falconi, Vittorio Giuseppone, Dario Lugato, Giorgio Orsoni (Sindaco di Venezia), Andrea Rismondo, Lia Sartori (ex parlamentare Europea) e Danilo Turato.

I Giovani Democratici Veneti esprimono il loro sconcerto ed il loro sconforto per le gravi accuse che vengono mosse nell’ambito di questa inchiesta e per gli eccellenti arresti che, oltre a molti esponenti di spicco del centrodestra, come il già Presidente della Giunta Regionale dal 1995 al 2010 e già Ministro Giancarlo Galan e la già Europarlamentare Lia Sartori, entrambi di Forza Italia, tocca anche figure di primo piano del PD, come il Sindaco di Venezia Giorgio Orsoni ed il Consigliere Regionale Giampietro Marchese.

 

“Auspichiamo – dicono i Giovani Democratici - che venga accertata l’innocenza di tutti gli imputati e, nell’esprimere la nostra fiducia nell’operato della Magistratura, chiediamo che non vengano fatti sconti: chi ha sbagliato paghi, da qualsiasi parte politica provenga”.

Nel ricordare i 30 anni dalla scomparsa di Enrico Berlinguer è tornata di recente alla ribalta la questione morale, che riguarda ormai ogni angolo della nostra Italia e del nostro Veneto.

“Poiché noi riteniamo che la legalità debba essere una priorità della politica – prosegue la Segreteria Regionale dei GD Veneti - , chiediamo anche al nostro Partito, certi di trovarlo ben disposto, di non fare sconti neanche al nostro interno: il Partito Democratico, che si avvia a vincere la sfida delle prossime elezioni regionali, deve essere anche il partito della legalità e non può avere al proprio interno persone meno che trasparenti.

Su queste tematiche, come su molte altre, noi Giovani Democratici Veneti saremo sentinelle: i giovani della nostra Regione ci chiedono di cambiare verso anche sulla legalità, noi siamo qui per questo”.

“In ogni caso – concludono i GD – è emerso un sistema malato e corrotto su cui si è retto il Veneto negli ultimi 20 anni di amministrazione di Centro Destra che non può non assumersi le responsabilità. Zaia si dimetta e apra una nuova fase per la nostra Regione che vuole cambiare verso”.

Hanno firmato il comunicato il neo-segretario regionale Alessandro Basso e i suoi due vice, Matteo Montagner e Alberto Trivelli

 

 


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