Vuole cambiare sesso, fa causa all’Ulss per il rimborso spese. E vince
La ventenne di Montebelluna, seguita dall’avvocato Alessandra Gracis, è riuscita a spuntarla
| Matteo Ceron |
MONTEBELLUNA – Voleva cambiare sesso e per farlo aveva scelto di recarsi negli Stati Uniti. Per avere il rimborso delle spese ha intrapreso una lunga battaglia legale con l’Ulss 8 di Asolo, riuscendo alla fine a spuntarla. La singolare vicenda, raccontata oggi da la Tribuna di Treviso, vede per protagonista una ventenne di Montebelluna, sostenuta nella sua impresa dall’avvocato Alessandra Gracis (in foto) di Conegliano.
Alcuni anni fa la ragazza aveva messo a confronto due cliniche per sottoporsi all’intervento per cambiare sesso, una a Padova ed una negli Stati Uniti. Negli Usa avrebbe potuto effettuare subito l’intervento e veniva garantito che quasi certamente non ci sarebbero state complicanze successive all’operazione, diversamente dalla clinica veneta, dove invece c’erano 44 mesi di attesa ed una percentuale di complicanze pari al 30 percento. Inoltre a clinica americana avrebbe avuto molta più esperienza: 1.300 interventi eseguiti a fronte dei 157 di quella italiana, secondo quanto riporta il quotidiano.
La ragazza non aveva avuto dubbi nella scelta. Aveva chiesto quindi il rimborso delle spese all’Ulss, che però aveva detto no.
Così la giovane si era rivolta all’avvocato Gracis, che aveva avviato la causa civile, riuscendo alla fine spuntarla in tribunale a Treviso, con il riconoscimento del diritto della paziente di rivolgersi alla clinica americana. «Si tratta della prima volta – ha dichiarato al giornale l’avvocato Gracis – che vi è una sentenza di questo tipo, importante perché tutela le persone che non hanno sufficienti capacità economiche per scegliere il meglio per se stessi».