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16 aprile 2024

Vittorio Veneto

Vittorio Veneto, Soraya a faccia a faccia col lupo: “Ho provato a fargli una foto”

Il progetto della studentessa e la tesi sulla specie più inutilmente temuta che ci sia

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

Soraya Dal Bo

VITTORIO VENETO - Tutta colpa di Cappuccetto Rosso. La paura del lupo non è certo una preoccupazione fondata, e Soraya Dal Bo, 24enne laureata in “Wildlife management, conservation and control”, ci spiega perché. Lei, del lupo, ha fatto la sua passione e la sua tesi di laurea. Soraya è nata e cresciuta a Vittorio Veneto e dopo il diploma al liceo scientifico Flaminio e una laurea triennale a Udine in assistenza veterinaria, si è specializzata in fauna selvatica in Sardegna, all’Università di Sassari, unico ateneo in Italia dove esiste questa specialistica. “Mi sono laureata lo scorso aprile - racconta la neo dottoressa - si tratta di una laurea internazionale in lingua inglese che mira allo studio della fauna selvatica. Sono stati anni di studio ed esperienze sul campo: ho partecipato a un progetto sulla reintroduzione dei grifoni in Sardegna, ho lavorato all’Asinara, dove vengono recuperati gli animali marini feriti; alla Maddalena mi sono occupata del recupero delle tartarughe marine ferite e ospedalizzate e del monitoraggio di questa specie protetta. Ho lavorato con i daini, i mufloni, i cinghiali, girando la Sardegna e la Toscana. E poi, da ultimo, sono tornata in Veneto, focalizzandomi per la mia tesi di laurea sui lupi, una specie che ho sempre amato”.

 

Si può dire che Soraya, dei lupi, sa tutto, ma per la tesi si è specializzata sul tasso di predizione e sul comportamento predatorio di questa specie, tra le Prealpi e le Alpi. “La mia tesi si è inserita in un più ampio progetto, che la Regione Veneto porta avanti da anni, al fine di prevenire le predazioni domestiche da parte dei lupi - spiega Soraya -. Per sei mesi ho seguito nei boschi i lupi con i radio-collari, ero lì ogni giorno, festivi compresi, e ho capito, in sintesi, che i lupi prediligono le prede selvatiche a quelle domestiche, che la loro preda preferita è il capriolo, seguito dal muflone e dal camoscio”. E l’uomo? “L’uomo, per il lupo, non è una preda - precisa Soraya -. Io sono stata nel bosco tra i lupi per sei mesi, a volte anche la notte, al buio, e non ho mai incontrato un lupo. Non ho mai avvertito alcuna paura, nonostante sapessi che era lì, nei dintorni.” Quindi hai studiato e cercato il lupo per mesi e non l’hai mai visto? ”Mi è capitato di fronte solo una volta, durante la laurea triennale. Ero in Cansiglio, in Col Formiga. Lui era a pochi metri da me, mi fissava. Io ho tentato di fargli una foto, ma non è venuta bene. Il lupo è un animale elusivo, ha paura dell’uomo, scappa se sente la sua presenza, si nasconde. Ed è importante che questa paura nei confronti dell’uomo rimanga, visto che il lupo è qui, tra noi. Quella del lupo cattivo è un’idea totalmente sbagliata - conclude Soraya -. E’ un animale selvatico che ci vive vicino e solo con progetto come questo, mirato a studiare il suo comportamento, le sue caratteristiche, la sua ecologia e abitudini alimentari, riusciamo a gestire l’animale e le problematiche che derivano da un conflitto a cui si può porre rimedio”.

In foto Soraya Dal Bo

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