Vittorio Veneto, Rinascita Civica: “L'assemblea boccia i progetti dell'archistar”
Ieri sera a Ceneda l’incontro pubblico con al centro tre progetti: la piazza e la biblioteca di Ceneda firmati dall’architetto Follina e la “nuova” via Rizzera
| Claudia Borsoi |
VITTORIO VENETO - «Le soluzioni proposte dall'architetto Follina per piazza Duomo e la biblioteca civica non sono piaciute. Sono irrazionali, costose, fuori contesto». Sintetizza così Rinascita Civica-Partecipare Vittorio l’opinione popolare emersa ieri sera, mercoledì, nel corso dell’incontro pubblico che aveva per tema tre progetti: la nuova piazza Giovanni Paolo I, l’ampliamento della biblioteca civica e il progetto per la nuova via Rizzera risultato vincitore del concorso di idee promosso dal comune. Tre progetti che l’amministrazione comunale ancora non ha illustrato pubblicamente, anticipati ora dal gruppo di opposizione che, dopo aver fatto un accesso agli atti, ha voluto condividere con la cittadinanza i contenuti delle tre opere.
«Se la piazza non piace perché verrebbe completamente stravolta, la nuova biblioteca è stata bocciata perché non tiene conto dei volumi adiacenti della rotonda e di villa Papadopoli che attendono da decenni di essere restaurati – riferiscono gli organizzatori -. Gli interventi proposti dall’architetto Follina sono estremamente costosi; sarebbero preferibili soluzioni più semplici, più economiche anche meno impattanti».
In sala non solo cittadini, ma anche il sindaco Antonio Miatto. «Ha dichiarato che condivide molte perplessità» riferiscono gli organizzatori.
«La biblioteca scoppia - hanno commentato alcuni dei partecipanti -: non c’è più posto per i libri e tantomeno per i ragazzi che la scelgono come luogo di studio. Servirebbero almeno il doppio delle attuali postazioni». «Il paradosso – annota Rinascita Civica - è che a pochi metri di distanza ci sono gli altri edifici del Papadopoli che hanno estremo bisogno di urgenti interventi. Perché allora il noto architetto trevigiano opta per costosissime soluzioni sotterranee invece di rivolgere lo sguardo alle vicine pertinenze? E come non tenere in considerazione il rischio che comporterebbe mettere l'archivio storico della città sotto terra? La biblioteca di Forlì per questo motivo ha subito danni irreparabili nell'alluvione di qualche mese fa».