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29 marzo 2024

Vittorio Veneto

Vittorio Veneto ha 20 rivali nella corsa a Capitale della cultura

Entro metà novembre saranno scelte le 10 finaliste

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

Vittorio Veneto ha 20 rivali nella corsa a Capitale della cultura

La giunta, a inizio giugno, annuncia il "calcio d'inizio"

VITTORIO VENETO - Vittorio Veneto ha 20 rivali. La corsa per ottenere il titolo di Capitale italiana della cultura 2018 è iniziata ed entro metà novembre verranno scelte le 10 finaliste. Tra queste, verrà selezionata la vincitrice entro il 31 gennaio del 2017.

Il 2018, per Vittorio Veneto, è un anno importante: si commemora infatti il centenario della conclusione della Grande Guerra, la cui ultima battaglia è stata combattuta proprio in questa città. Partendo dall'importante coincidenza, e ampliando il raggio storico, artistico e culturale, è stato presentato il dossier di candidatura lo scorso fine giugno. Un progetto a cui hanno aderito diverse associazioni, enti ed aziende private.

 

In provincia di Treviso, oltre a Vittorio Veneto, a presentare la propria candidatura è stata la città di Montebelluna. Altri dossier sono arrivati da Alghero, Aliano, Altamura, Aquileia, Caserta, Comacchio, Cosenza, Ercolano, Iglesias, La Spezia, Ostuni, Palermo, Piazza Armerina, Recanati, Settimo Torinese, Spoleto, Trento, Unione dei Comuni Elimo Ericini, Candidatura congiunta (Viterbo – Orvieto – Chiusi). La giuria, chiamata ad esaminare i 21 progetti, sarà composta da sette esperti di chiara fama nel settore della cultura, delle arti, della valorizzazione territoriale e turistica. Come nelle precedenti edizioni, la Capitale Italiana della Cultura 2018 riceverà dal Governo un contributo pari ad un milione di euro per la realizzazione del progetto.

 

Dario Franceschini, Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, ha spiegato che “Le esperienze finora realizzate, da quella in corso a Mantova fino alla prossima di Pistoia, dimostrano come il titolo di Capitale Italiana della Cultura sia in grado di mettere in moto un meccanismo di progettazione virtuosa e di promozione delle città, coinvolgendo tutte le realtà economiche e sociali dei territori e rafforzando il concetto di Italia museo diffuso”. Insomma, per Vittorio Veneto, questo sarebbe un bel botto. Un’occasione che, secondo qualcuno, non è stata colta a dovere: se il bando scadeva a fine giugno, infatti, gli amministratori vittoriesi si sono mossi solo un mese prima. Eppure, della possibilità, si sapeva da tempo: “Il Consiglio Comunale - aveva riferito Marco Borsoi, attivista del Movimento 5 Stelle - ha approvato la mozione dei gruppi di maggioranza che impegnava la Giunta ad attivarsi per la candidatura già il 31 marzo, la stessa data di emanazione del bando, ma fino a fine maggio la Giunta non pare abbia dato avvio ad alcuna attività”.

 

Dopo due mesi di stasi, amministratori, enti e associazioni si sono mossi in fretta e, in poche settimane, hanno prodotto quel dossier che ora è al vaglio degli esperti. La campagna è stata anche lanciata sul web, attraverso Facebook, Instagram e Twitter. Con l’hashtag #vittorioaumentavolume, i promotori si stanno facendo conoscere. Certo, Vittorio Veneto parte avvantaggiata: la commemorazione del 2018 è già un gran punto di forza. Ora, sta tutto nel dossier: un mese di tempo è bastato per produrre un progetto valido o hanno ragione i 5 stelle, dicendo che, ancora una volta, “le buone intenzioni si infrangono con i tempi e le capacità di attuazione di questa amministrazione”?

Ai sette esperti l’ardua sentenza.

 



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Stefania De Bastiani

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