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25 aprile 2024

Vittorio Veneto

Vittorio Veneto apre le porte ai rifugiati

Il Comune aderisce allo Sprar con Cappella e Fregona: a disposizione 25 posti

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

Vittorio Veneto apre le porte ai rifugiati

VITTORIO VENETO - La maggior parte dei comuni ha detto no, ma Vittorio Veneto, Fregona e Cappella Maggiore si sono uniti, hanno fatto rete, e hanno deciso di aderire allo Sprar, il sistema nazionale di protezione richiedenti asilo e rifugiati.

Ci è voluto del tempo, per prendere una decisione. A novembre la Rete di Cittadinanza Solidale aveva inviato una lettera all’amministrazione spiegando come, con l’adesione al bando Sprar, i profughi sarebbero potuti essere una risorsa per la città e non un problema. Sulla stessa linea si erano posizionati il circolo Sel di Vittorio Veneto, il Gallo Rosso di Fregona e l’associazione Razzismo Stop, che avevano caldamente inviatato il Comune a presentare domanda.

 

Il bando Sprar. Lo Sprar è un progetto che si occupa di accoglienza, integrazione e tutela della persona. Questo prevede l’inserimento dei migranti in strutture di piccole dimensioni (scongiurando l’apertura di grossi centri di accoglienza), l’erogazione di buoni spesa per il vitto, l’orientamento ai servizi del territorio, il supporto di un mediatore linguistico e la facilitazione nell’accesso ai servizi socio-sanitari ed educativi. Lo Sprar offre inoltre servizi di integrazione quali l’orientamento al lavoro, corsi di formazione e riqualificazione professionale e un supporto nella ricerca di casa e lavoro quando i richiedenti asilo ottengono lo protezione umanitaria e non hanno, per questo, più diritto all'accoglienza nelle strutture preposte. Grazie allo Sprar i Comuni non devono dunque farsi carico dei rifugiati che, al contrario, "peserebbero" sulle tasche comunali come un qualsiasi cittadino nullatenente.

Per avere un finanziamento del 95% delle spese totali i Comuni dovevano presentare un progetto entro gennaio. Poi la scadenza del bando è stata posticipata al 14 febbraio e, a tre settimane dal termine di presentazione delle domande, Vittorio, Fregona e Cappella hanno scelto: “Aderiamo”.

 

Il no dei Comuni. La soluzione migliore sarebbe stata la partecipazione congiunta di tutti i Comuni del Vittoriese e della Vallata che unendo le forze avrebbero potuto dividersi i migranti. Ma la maggior parte delle amministrazioni del circondario, chiamate a raccolta, si sono dette assolutamente contrarie alla condivisione di un simile progetto. I sindaci di Miane, Follina, Tarzo, Cison, Sarmede, Cordignano, Revine Lago si sono rifiutati di aderire al bando giustificando la scelta con un “Non abbiamo strutture pubbliche per accogliere i richiedenti asilo”, omettendo un dato fondamentale: non occorrono strutture pubbliche. I posti che vengono messi a disposizione dei migranti possono infatti appartenere anche a un privato e, appartamento sfitti, in zona, non mancano di certo.

 

Il progetto di Vittorio Veneto. Il Comune di Vittorio Veneto, in qualità di capofila di una rete che comprende i Comuni di Cappella Maggiore e Fregona, ha scelto di accedere alle risorse dello Stato proponendo un proprio progetto di accoglienza per 25 persone. A questo proposito è stato emanato un avviso pubblico per individuare un soggetto in grado di offrire sia la migliore soluzione progettuale del servizio da presentare, sia le migliori condizioni tecniche ed economiche per la sua successiva attuazione, nel rispetto delle quali lo stesso soggetto collaboratore dovrà impegnarsi ad organizzare ed erogare il servizio una volta che lo stesso avrà ricevuto i finanziamenti dal fondo nazionale.

Il progetto prevede che tale soggetto individui strutture di accoglienza per 20 persone a Vittorio Veneto, 3 a Fregona e 2 a Cappella Maggiore. Di questi 25 posti, 19 sono riservati a persone individuate dalla Prefettura (richiedenti asilo in arrivo in provincia), e 6 posti potranno invece essere impiegati dal Comune di Vittorio Veneto per accogliere anche titolari di protezione internazionale o umanitaria già presenti sul territorio (i rifugiati che, riconosciuto il proprio status, devono lasciare le strutture di prima accoglienza, come Ceis o Caritas).

 

Complessivamente le somme da richiedere al Ministero saranno presumibilmente pari a 37 euro a persona al giorno, per un totale annuo di 337.625 euro e per una somma di 675.250 euro complessiva nei due anni, periodo di copertura del bando. Tra i partecipanti, il Comune valuterà l’offerta economicamente più vantaggiosa e una serie di requisiti di qualità dei servizi offerti. Le domande dovranno arrivare all’Ufficio Protocollo del Comune di Vittorio Veneto entro e non oltre l'8 febbraio.

 

“Il Comune di Vittorio Veneto non si è mai tirato indietro di fronte all’emergenza umanitaria che stiamo vivendo in Europa – ha commentato l’assessore alle politiche sociali Barbara De Nardi – pur essendo tra i pochi a farlo nella nostra provincia. Ora, aderendo allo Sprar si intende dare organicità al servizio di accoglienza, porre un limite all’afflusso di richiedenti asilo in città, e garantire un supporto anche a chi si trova sulla strada dopo il riconoscimento dello status di rifugiato. Noi, con Cappella e Fregona, abbiamo fatto – ancora una volta – la nostra parte: ora confidiamo nel fatto che i soggetti in possesso dei requisiti richiesti dal bando nazionale formulino la relativa offerta”.

 


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