VITTORIO VENETO - Si è spento questa notte, all’età di 85 anni, Renato Longo, leggenda del ciclocross nato a Vittorio Veneto il 9 agosto del 1937. L’ex ciclista era stato colpito da un malore sabato scorso. Dopo un breve ricovero ospedaliero, è mancato. Il suo nome rimarrà nella storia: fu campione del mondo per cinque volte e per dodici volte campione nazionale di ciclocross. Nel 1966 fu insignito della medaglia d’oro al valore sportivo da parte di Aldo Moro.

La famiglia di Longo era originaria di San Lorenzo, a Vittorio Veneto, ed era poi emigrata a Milano. Nei primi anni della sua carriera, oltre al ciclocross, si dedicò al mezzofondo, in pista, e a 21 anni conquistò il suo primo titolo nazionale al Vigorelli di Milano. Da qui si trovò di fronte a una scelta: praticare il mezzofondo o il ciclocross? Optò in breve tempo per quest’ultima disciplina e pochi mesi dopo divenne campione mondiale di ciclocross. Aveva appena 21 anni quando conquistò il primo titolo mondiale. Sulla vetta per anni, Longo era conosciuto e ammirato in tutto il mondo: la sua foto autografata era richiesta in ogni parte d’Europa.

Renato visse tra Vittorio Veneto e Milano, ma fu nella sua città natale che tornò ad abitare dopo le numerose imprese sportive. Negli anni Sessanta si trasferì a Sant’Andrea con la moglie Marisa Pessotto. In molti lo ricordano mentre attraversava la città ogni mattina con la maglia della Cicloturistica Vittorio Veneto. Si recava spesso di corsa anche a Sant’Augusta: la città gli offriva spazi e percorsi di allenamento ottimi. Longo chiuse la sua attività agonistica a 34 anni, ma non abbandonò mai la sua amata bicicletta e la sua grande passione. Si dedicò anche alla politica vittoriese: per anni fu consigliere comunale.

“Renato Longo non era solo un campione di ciclismo, ma era un vero mito del Ciclocross – dichiara il presidente Luca Zaia -. I cinque titoli mondiali conquistati dimostrano quanto questo nostro atleta di Vittorio Veneto sia riuscito ad affermarsi in una disciplina che, ai suoi tempi, significava tanta fatica e tanto sudore. Anni in cui le strade percorse erano fango e polvere e arrivare primi al traguardo aveva tutto il sapore di una vera impresa. Per affermarsi era necessario essere campioni di razza. E lui lo era davvero tanto da essere un orgoglio, non solo per il Veneto ma per l’Italia intera. Ai famigliari e amici di Longo giunga il mio cordoglio a nome della Regione del Veneto. Sono certo che le sue gesta sportive così eroiche resteranno nella mente e nel cuore dei numerosi appassionati di ciclismo di tutte le età, veneti in particolare, che l’hanno conosciuto di persona o anche solo attraverso tanti filmati in bianco e nero”.

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