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28 marzo 2024

Vittorio Veneto

Vittorio, un paese per vecchi

Atalmi (Cgil): “Un vittoriese su tre è pensionato. Ma la sveglia alla città si può dare ancora”

| Emanuela Da Ros |

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| Emanuela Da Ros |

Vittorio, un paese per vecchi

VITTORIO VENETO - I fratelli Coen, che hanno girato quel film strepitoso dal titolo “Non è un paese per vecchi”, probabilmente non sono mai stati a Vittorio Veneto.

Regno dei pensionati. Vittorio Veneto, secondo i dati appena raccolti da Cgil, è il comune della provincia che può meritare il nickname di “Regno dei pensionati”. Il 33 per cento dei residenti attualmente vive infatti con un reddito da pensione, e il brutto – dicono al sindacato – è che la grande percentuale di quiescenti non viene bilanciata da realtà produttive nuove. “I giovani – spiega Nicola Atalmi, responsabile Cgil per Vittorio Veneto e Conegliano – in una situazione come quella attuale non hanno possibilità occupazionale. Per non parlare di quella fascia di disoccupati tra i 50 e i 55 anni che, avendo perso il lavoro ma non avendo maturato contributi necessari al pensionamento, rischiano di stare a guardare un futuro incerto”.

 

Ripresina. “E’ vero – spiega Atalmi – che negli ultimissimi tempi un po’ di ripresa c’è stata, soprattutto per quanto riguarda le piccole e medie aziende. Queste ultime hanno guardato all’estero e hanno saputo restare sul mercato ottimizzando i costi con manodopera a basso salario. Ma i posti di lavoro che la città ha perso (mi riferisco al settore meccanico o tessile, in particolare) richiedono tempi lunghi per essere recuperati. Se la decontribuzione ha un po’ aiutato, facilitando per altro il licenziamento, è palese il fatto che manchino posti di lavoro nuovi.”

 

Soluzioni? La tendenza verso l’invecchiamento (già acquisito) di Vittorio Veneto è irreversibile? “E’ vero – spiega Atalmi – che la città rischia di diventare una sorta di grande casa di risposo ma qualcosa si può fare. Servono investimenti, serve un lavoro congiunto tra amministrazioni e imprenditori. Questi ultimi, nei decenni d’oro, i soldi comunque li hanno fatti. E non li hanno bruciati in un falò. Molti però li hanno investiti nel mercato immobiliare anziché nelle aziende. Ora gli imprenditori illuminati (e ce ne sono: è indubbio) dovrebbero mettere una mano sulla coscienza e investire qui. Specializzarsi magari in filiere produttive di qualità, in risorse tecnologiche attente all’ambiente e al futuro collettivo. Con l’aiuto dello stato, anche. Che però non dovrebbe distribuire finanziamenti a pioggia, ma aiutare chi agisce sul territorio con uno sguardo privilegiato alla società. Insomma: gli imprenditori dovrebbero avere il coraggio di fare gli imprenditori”.

 

Dare la sveglia! Dare la sveglia a Vittorio Veneto è dunque un’urgenza. Ma i sindaci ci stanno? “Più che il singolo sindaco – puntualizza Atalmi – c’è la necessità di una rete condivisa d’intenti. Prima che sia troppo tardi. Perché i costi sociali di una città che invecchia pesano”.

Il ruolo del sindacato. Da diverso tempo il ruolo del sindacato è messo in discussione. Come se fosse inutile o controproducente. Come Cgil avete questo sentore? “Sì – risponde Nicola Atalmi – le chiacchiere si sprecano, ma quando la gente ha bisogno ricorre comunque al sindacato: è da noi che viene. E noi cerchiamo di fare del nostro meglio, consapevoli che però tutti – imprenditori, stato, istituzioni locali – dovrebbero fare la loro parte. “

 



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