Il vino come le sigarette? “Macché, il Prosecco fa bene”
In Irlanda il vino viene equiparato alle sigarette. E ora anche sulle bottiglie degli alcolici potrebbero essere applicati i cosiddetti “health warning”
Francesco Drusian
CONEGLIANO/VALDOBBIADENE - In Irlanda il vino viene equiparato alle sigarette. E ora anche sulle bottiglie degli alcolici potrebbero essere applicati i cosiddetti “health warning”, messaggi studiati per segnalare i rischi per la salute dei consumatori. Ovviamente quello che sta succedendo oltremanica sta facendo discutere anche nell’area delle Colline del Prosecco. Produttori e consorzi hanno difeso il loro prodotto e hanno respinto le “accuse” implicite nella nuova legge. La normativa, che riguarda tutti gli alcolici, consente di aggiungere all'etichetta avvertenze come "il consumo di alcol provoca malattie del fegato" e "alcol e tumori mortali sono direttamente collegati". La norma, notificata a giugno alla Commissione Europea, a fine dicembre 2022 si è smarcata dal periodo di moratoria senza riscontrare opposizioni provenienti dall’organo esecutivo europeo.
Enrico Bortolomiol
“È una sciocchezza, sembra più una provocazione che altro – dichiara Enrico Bortolomiol, Gran Maestro della Confraternita di Valdobbiadene -. Si tratta di un’uscita che non andrebbe nemmeno presa in considerazione e che dimostra solo incompetenza. Il vino e il Prosecco hanno sempre completato la razione alimentare dell’uomo e sono sempre stati nutrienti. È chiaro, il vino va consumato in dosi limitate. Il consumo esagerato merita attenzione, ma prima di parlare del carattere nocivo del vino bisognerebbe elencare tanti altri prodotti”.
“Certi componenti del Prosecco fanno bene – aggiunge Francesco Drusian, proprietario della cantina “Drusian” di Bigolino di Valdobbiadene -. Il tirosolo, per esempio, è un antiossidante naturale per il sangue. Uno o due bicchieri di Prosecco non fanno nulla, è l’abuso di alcolici che fa male. Il vino va bevuto con parsimonia: 2 o 3 bicchieri al giorno fanno bene all’organismo”.
Maurizio Favrel
“È un’uscita fatta da un paese non produttore – sostiene Maurizio Favrel, che gestisce la cantina “Malibran” di Susegana -. Si tratta di un paese che non ha la cultura necessaria per capire la differenza tra il vino e gli altri prodotti. Il vino è diverso dagli altri alcolici e il consumo è diverso dall’abuso. Per quanto riguarda il vino, le nostre differenze culturali non trovano un punto d’incontro”.