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20 aprile 2024

Vittorio Veneto

VERGOGNIAMOCI (UN PO' TUTTI)

La Procura ricorre contro l'assoluzione di chi disse "Vergognatevi"

| Emanuela Da Ros |

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| Emanuela Da Ros |

VERGOGNIAMOCI (UN PO' TUTTI)

E' sempre stata "la città della Vittoria". Ora, oggi, è - in un certo senso - "la città della Vergogna" o meglio: del "Vergognatevi, vergogniamoci, eccetera", coniugato un po' in tutte le persone.

Il giornalista Gian Antonio Stella (in foto) oggi porta ai disonori della cronaca (Corriere della Sera, cartaceo e online) Vittorio Veneto, Treviso e il Veneto. Li porta come esempio (negativo) di quanto possa scivolare verso il basso l'indice di accettabilità del confronto, del dibattito. Ma pure del lessico.

 

Stella sulla prima pagina di un quotidiano diffuso dall'Alpi allo Stretto di Messina-e-oltre riferisce dell'episodio della vittoriese Ada Stefan, accusata e poi assolta per aver pronunciato la parola "Vergognatevi" nel recinto dell'aula consiliare del comune di Vittorio Veneto. Gian Antonio Stella, riportando un florilegio delle parolacce e delle espressioni caco-idiomatiche che politici-a-vanvera, cioè a iosa, hanno utilizzato negli ultimi anni nei contesti istituzionali più disparati e federalisticamente lontani, ricorda come nel Veneto "in cui la prima udienza di 44 processi civili è stata fissata dalla Corte d’Appello di Venezia nel 2017 (pazienza, pazienza...) un pubblico ministero di Treviso ci abbia messo tre-giorni-tre a presentare appello contro l’assoluzione di una signora che aveva osato dire agli assessori comunali di Vittorio Veneto la parola «Vergognatevi!".

 

Citando la cittadina sdegnata (Ada Stefan), il suo legale (l'avvocato Daniele Bellot), il consigliere leghista-ora assessore leghista che aveva denunciato la concittadina (Mario Rosset),  Giancarlo Gentilini e le sue esternazioni anti-culattoni e quant'altro, il giornalista del Corriere della Sera si stupisce (ma neanche tanto) che lo sbotto "Vergognatevi!" abbia avuto (anzi: continui ad avere) strascici giudiziari, mentre insulti, accuse, offese, vaffanculo parlamentari restino...lettera morta. Giustificati - in qualche modo - da una società che ha perso decoro istituzionale dentro le istituzioni. E Stella si stupisce (ma neanche tanto) dei tempi ragionevoli in cui il processo alla parola "Vergognatevi!" sia stato annunciato, fatto e concluso e forse riaperto, mentre altri ben più gravi e grossi (e legittimi) processi si trascinano il oltre il final time del 2012.

 

L'ultima notizia? E' questa. Pare che la Procura di Treviso sia ricorsa contro la sentenza di assoluzione di Ada Stefan. Insomma: mentre "gli alti vertici dello stato" (lettera piccola) si apostrofano vicendevolmente con epiteti che parrebbero oltraggiosi anche se pronunciati sul pianerottolo condominiale, l'espressione "Vergognatevi!" diventa oggetto di giudizio-appello-contrappello. Come se il sentimento della vergogna meritasse l'attenzione del tribunale. Insieme (il passo successivo sarà questo?) a quello della timidezza, o del timore (a dire ciò che si prova. Dentro).

 

 

 


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Emanuela Da Ros

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