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28 marzo 2024

Vittorio Veneto

A venti minuti dal massacro

La vittoriese Arianna Tami, a Parigi per una convention, racconta la tristezza dopo gli attentati

| Emanuela Da Ros |

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| Emanuela Da Ros |

A venti minuti dal massacro

PARIGI - A Parigi, ieri sera, a venti minuti di cammino dal teatro Bataclan, dove è avvenuto il massacro più efferato tra quelli orditi nella capitale francese, c’era anche lei. La vittoriese Arianna Tami (in foto), figlia di Gioi Tami, era Parc de la Villette per una convention organizzata dalla società americana Airbnb. Con lei c’erano 6000 partecipanti, provenienti da 110 nazioni. “Pochi minuti dopo gli attentati - racconta Arianna - grazie a un fitto scambio di messaggi su whatsapp io e alcuni dei miei amici e colleghi siamo stati avvisati di quanti stava avvenendo. E siamo stati invitati dalle autorità francesi a non lasciare gli alloggi dove risiedevamo. La convention della società Airbnb ha carattere internazionale e il fatto di essere così tanti a operare per un’azienda americana avrebbe potuto farci diventare un obiettivo sensibile”.

Ma tu stai bene?
“Sì. Sto bene. Ma sono disorientata, basita. E molto molto triste, per quanto è successo. Per quanto è accaduto a ragazzi come me. Eravamo qui in 6000, da 110 nazioni, per raccontarci quanto sia bello ospitare nelle proprie case persone provenienti da tutte le parti del mondo e quanto questo ci renda uguali pur essendo diversi. E non riusciamo a darci pace.”

Com’è Parigi in queste ore?
Le scuole sono state chiuse, le vie sono controllate, le persone sono state invitate a non uscire in gruppi troppo numerosi. Eppure la vita continua: i negozi sono aperti, la gente va dal parrucchiere. C’è il desiderio di non arrendersi.

Quando dovresti tornare in Italia?
Dovrei partire domani. Le frontiere sono state chiuse, ma i voli sono regolari. O quasi. Eppure ci sono sempre imprevisti: pochi minuti fa un’auto ha forzato un posto di blocco a sud di Parigi e quindi non so quanto semplice sia raggiungere l’aeroporto. Oltretutto in questo stato di emergenza, non verrà applicato il trattato di Schengen che esonera i cittadini dell’Unione europea a sottoporsi ai controlli doganali. E quindi penso che le operazioni di imbarco richiederanno più tempo.

Hai paura?
No. Paura no. Ma il sentimento di tristezza si è diffuso in tutti noi. Parc de la Villette, il quartiere che ospita me gli altri ragazzi in questo momento, è un quartiere multietnico dove convivono ebrei e musulmani, persone delle più diverse etnie. E io e gli altri ragazzi della convention eravamo qui perché crediamo in un’economia solidale, multiculturale. Quello che provo ora è tanto dispiacere. Dispiace sentirsi in scacco. E sentire la drammatica scia di un odio, che è un sentimento estraneo. Inimmaginabile. Per il resto, cerchiamo di comportarci con tranquillità, di non creare confusione, di tener fede alla dignità che ci caratterizza.

 


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