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21 marzo 2025

Montebelluna

Veneto Banca, in dieci a processo per bancarotta fraudolenta

Richieste di rinvio a giudizio per dieci dei dodici indagati nell’ambito dell’inchiesta su crac di Veneto Banca

| La redazione |

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Vincenzo Consoli

TREVISO / MONTEBELLUNA - La Procura di Treviso ha formalizzato ieri la richiesta di rinvio a giudizio per dieci dei dodici indagati nell’ambito dell’inchiesta su Veneto Banca. Le accuse, mosse dai pubblici ministeri Massimo De Bortoli e Gabriella Cama, sono di bancarotta fraudolenta per distrazione e dissipazione del patrimonio, con un danno complessivo che ammonterebbe a circa 320 milioni di euro. L’udienza preliminare, che si terrà entro l’estate, vedrà i principali imputati comparire davanti al Gup. L’indagine, che segna un decennio dalla clamorosa operazione della Guardia di Finanza a Montebelluna, ha già visto precedenti sviluppi: un primo troncone d'inchiesta è stato archiviato per prescrizione, mentre un altro ha portato alla condanna in Cassazione dell'ex amministratore delegato, Vincenzo Consoli (nella foto), per ostacolo alla vigilanza. Ora, la Procura ha identificato dieci soggetti da rinviare a giudizio, tra cui Consoli, Mosè Faggiani, ex condirettore e responsabile commerciale, e gli ex presidenti Flavio Trinca e Francesco Favotto.

Insieme a loro, sono coinvolti altri ex dirigenti, tra cui il vice presidente del comitato crediti Romeo Feltrin e Daniele Scavaortz del medesimo comitato, l’avvocato Pierluigi Ronzani, esperto legale ed ex senatore della Lega, Michele Stiz del collegio sindacale, l’amministratore unico della Vimet Mauro Angeli e Attilio Carlesso nel consiglio di amministrazione della stessa industria orafa vicentina fallita nel 2017. Alcuni imputati sono stati prosciolti, in quanto non vi sono prove a carico loro Michele Barbisan, responsabile della direzione territoriale e Roberto Mascalchin, del comitato crediti. L’inchiesta si concentra su 30 operazioni di credito, risalenti anche al 2006, con prestiti concessi a società senza sufficienti garanzie e senza adeguate valutazioni sulla capacità di rimborso.

L’accusa ritiene che, nel periodo antecedente al fallimento della banca nel 2018, l’istituto abbia erogato prestiti per decine di milioni a imprese insolventi, causando perdite enormi. In particolare, alcune perdite hanno raggiunto il 45% del valore del credito erogato. L’inchiesta ha anche portato alla contestazione, nei confronti di Consoli e Trinca, di un pagamento di 3,6 milioni di euro a favore dell’ex amministratore delegato, quando il dissesto della banca era ormai evidente. Con il futuro trasferimento di De Bortoli a Belluno, la Procura di Treviso si prepara ad affrontare l’eventuale processo con l’assistenza di un nuovo magistrato. Non è escluso che alcuni degli imputati scelgano di affrontare un rito alternativo, evitando così il dibattimento completo, ma rischiando comunque una condanna fino a 15 anni di carcere.
 


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