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19 aprile 2024

Nord-Est

Vendevano coltelli cinesi spacciandoli come "made in Italy"

Intervento congiunto di Agenzia delle Dogane e Monopoli e Guardia di Finanza

| Gianandrea Rorato |

| Gianandrea Rorato |

Vendevano coltelli cinesi spacciandoli come

PORDENONE - Dopo un controllo dell'Ufficio delle Dogane, grazie alla quale era emersa l’anomala importazione dalla Cina di prodotti di coltelleria pronti per la vendita, i Finanzieri del Comando Provinciale di Pordenone e i Funzionari dell’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli, hanno perquisito la sede e i locali aziendali di una nota fabbrica maniaghese, rinvenendo e sequestrando migliaia di coltelli, prodotti in oriente, falsamente pubblicizzati come “made in Italy”.

Tra le molte linee direttamente prodotte dall’azienda, una – ad uso sportivo – più economica e, perciò, destinata ad un pubblico meno professionale, sembrava, infatti, fosse stata interamente commissionata ad un’azienda cinese, senza, tuttavia, che se ne reperisse traccia nel sito internet aziendale, dove, al contrario, risultava ben pubblicizzata l’integrale realizzazione di tutte le fasi produttive nello stabilimento friulano.

Le confezioni in cui questi coltelli venivano offerti, anch’esse prodotte in Cina, recavano, inoltre, ben chiara, accanto al marchio aziendale – di per sé già evocativo di origine e qualità – l’inequivocabile dicitura “prodotto italiano”, strumentalmente adagiata sullo sfondo del nostro Tricolore.

Alla luce di tali circostanze, le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Pordenone e i Funzionari Doganali hanno interessato la Procura della Repubblica alla sede, che, condividendo la necessità di chiarire il circuito commerciale dei prodotti importati, ha disposto la perquisizione degli impianti produttivi e dei locali della società, conclusasi con il sequestro di oltre 5.000 coltelli “made in China” spacciati per “prodotto italiano”.

Il rappresentante legale dell’azienda è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per frode in commercio e la società segnalata per l’illecito amministrativo. 

 

 



Gianandrea Rorato

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