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25 aprile 2024

Treviso

Vendemmia: per i lavoratori stagionali nella Marca scattano i controlli anti Covid

Coldiretti Treviso: “Ad oggi con la chiusura delle frontiere in paesi come la Romania e il Kosovo, siamo in difficoltà per carenza di manodopera"

| Isabella Loschi |

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vendemmia

TREVISO - Dalla metà di agosto, ogni anno in provincia di Treviso circa 3mila persone vengono assunte dalle aziende locali per il lavoro stagionale nelle campagne del territorio trevigiano, soprattutto in vista della vendemmia.

Quest’anno il tema dell’impiego dei lavoratori stagionali, spesso provenienti dall’estero, forza lavoro indispensabile per gli imprenditori agricoli, e sul loro impiego vista l’emergenza di coronavirus è stato affrontato con una tavolo in Prefettura presieduto dal Prefetto Maria Rosaria Laganà, a cui hanno preso parte le principali associazioni di categoria Coldiretti, Cia, Confagricoltura e l’associazione italiana Coltivatori di Treviso, il dirigente dell’Ulss2 Francesco Benazzi, il primario della Microbiologia Roberto Rigoli, i presidenti dei Comitati dei sindaci del Distretto di Treviso e di Pieve di Soligo.

Tavolo in Prefettura

Le notizie relative a nuovi ed estesi focolai che si sono sviluppati in paesi come la Serbia, il Kosovo, il Montenegro, per i quali è già scattata la chiusura delle frontiere, e quelle più recenti che interessano la Romania, dalla quale proviene la gran parte dei lavoratori stagionali impiegati in agricoltura, preoccupano seriamente le aziende agricole del territorio che temono non avere sufficiente forza lavoro per far fronte alla raccolta dell’uva.

Proprio le aziende agricole stanno valutando altre opzioni come l’assunzione di studenti, pensionati o cassintegrati che, tuttavia, a causa degli attuali vincoli normativi non appaiono facilmente percorribili.

“Durante l’incontro è emersa la necessità che l’azienda sanitaria elabori un protocollo, con le misure di prevenzione e i controlli cui devono sottoporsi i lavoratori stagionali che provengono dall’estero, da veicolare a tutte le aziende del settore agricolo che intendono avvalersi di tale manodopera, oltre ai meccanismi da mettere in atto in caso di lavoratori positivi al covid-19”, spiega il Prefetto Maria Rosaria Laganà. “Il suo rigoroso rispetto sarà fondamentale per poter monitorare gli ingressi frontalieri e, così, contemperare le esigenze del mondo agricolo con quelle della tutela della salute pubblica”.

“Ad oggi con la chiusura delle frontiere siamo in difficoltà per carenza di manodopera ma è indispensabile mettere in atto un protocollo che tuteli le imprese, la salute pubblica e i lavoratori stessi”, ha detto il direttore di Coldiretti Antonio Maria Ciri. “I lavoratori che arrivano dall’Est Europa per lavorare nelle nostre campagne, una volta qui, saranno sottoposti a test rapidi per verificare eventuali positivi. In caso di positività la persona verrà destinata ad un alloggio specifico, come alberghi, così da evitare contagi con gli altri lavoratori”.

 


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