Vajont, la commemorazione con il presidente Mattarella - Video
Cronaca della solenne giornata dedicata al ricordo di una tragedia che ha lasciato profonde ferite a Nord Est
BELLUNO - La cerimonia di commemorazione delle vittime del Vajont è iniziata lunedì 9 ottobre a sessant’anni del tragico evento con l’omaggio del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella al cimitero monumentale di Fortogna, dove riposano le 1911 vittime del disastro.
Il presidente ha deposto una corona di fiori e ha poi ascoltato il canto ladino "Stellutis alpinis" eseguito dai bambini per ricordare le 487 giovani vittime di allora. Ognuno di loro teneva in mano un cartello col nome di uno di quei giovanissimi che persero la vita sessant’anni fa. Il Presidente si è poi congedato salutando i superstiti presente all’interno del cimitero e i soccorritori tra cui diversi vigili del fuoco, che 60 anni fa prestarono soccorso per primi. Il presidente Mattarella si è poi spostato nell’area della diga dove ha incontrato altri soccorritori tutti ultra ottuagenari che prestarono la propria opera per il disastro del Vajont. Prendendo la parola ha anche detto” dare la sicurezza alla nostra comunità significa apprendere la lezione e fare passi avanti per non ripetere gli errori. Proprio per questo il Parlamento ha decretato il 9 ottobre la giornata nazionale delle vittime dei disastri ambientali causati dall’uomo.” Dopo la cerimonia, il prefetto Lega e il capo del Corpo Dall’Oppio insieme al capo Dipartimento della protezione civile Curcio, hanno presenziato al convegno di apertura a Longarone (BL) della Settimana Nazionale della Protezione Civile 2023.
“Sguardi sul Vajont. Linguaggi e saperi a confronto sessant’anni dopo la catastrofe. A fare saluti il sindaco di Longarone Roberto Padrin, l’assessore alla protezione civile del Veneto Giampaolo Bottacin, l’assessore alla salute, politiche sociali e disabilità, delegato alla protezione civile del Friuli Venezia Giulia Riccardo Riccardi, il capo dipartimento della protezione civile Fabrizio Curcio. Nel suo intervento di saluto il capo Dipartimento Laura Lega ha detto: “la protezione civile è un grande sistema in cui si fa lavoro di squadra e ognuno deve fare la sua parte, compresi i volontari. Sono tre gli obiettivi da cui ripartire: fare investimenti sulla prevenzione, garantire una formazione sempre più elevata e creare aggregazione della popolazione per accrescere la conoscenza dei rischi per saper come affrontarli”.
E poi seguita una tavola rotonda moderata da Eleonora Panuzzi, dove sono intervenuti il geologo Gabriele Scarascia Mugnozza, il sociologo Diego Cason, lo psicologo Luca Pezzullo, l’antropologo Giovanni Gugg e la giornalista Marcella Corrà. Le conclusioni del convegno da parte di Fabrizio Curcio. La visita della delegazione dei vigili del fuoco presenti molti comandanti del Veneto e Friuli Venezia Giulia e della protezione civile presente il capo dipartimento è proseguita poi presso il comando provinciale di Belluno dove è in fase avanzata il cantiere per il nuovo CCS (Centro di Coordinamento dei Soccorsi). La sede che sarà ultimata presumibilmente all’inizio del nuovo anno ospiterà la sala crisi in caso di eventi emergenziali di protezione civile. Il prefetto Lega accompagnato dal comandante provinciale Antonio Del Gallo e dal prefetto di Belluno Sergio Bracco, ha affermato: “Il nuovo CCS sarà fondamentale per garantire un maggior coordinamento e un servizio ancora più efficiente”.
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