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28 marzo 2024

Cronaca

Vaiolo delle scimmie, italiano il primo test rapido

La sperimentazione sarà condotta dall'ospedale Cotugno di Napoli: "Speriamo di partire a fine estate"

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Vaiolo delle scimmie, italiano il primo test rapido

ITALIA - E' italiano il primo test rapido sul sangue per il vaiolo delle scimmie. A metterlo a punto è stato il Consorzio Sannio Tech (Benevento) e la sperimentazione sarà condotta dall'ospedale Cotugno di Napoli. "Speriamo di partire a fine estate, dopo il via libera del Comitato etico dell'ospedale", spiega all'Adnkronos Salute l'infettivologo del Cotugno Alessandro Parrella, che coordinerà la sperimentazione sull'uomo.

 

"Il merito del test è dei colleghi del Sannio Tech che hanno avuto l'intuizione e le capacità di sviluppare in Italia questo primo test per il vaiolo delle scimmie. Non ci sono oggi test rapidi di questo tipo approvati - chiarisce Parrella - Ci sono dei test cinesi, ma non hanno avuto l'ok del ministero della Salute, mentre il nostro ha le caratteristiche per ottenere il via libera". Il prossimo passo ora è "avere la certezza che funzioni anche fuori dal laboratorio, quindi in 'real life'", aggiunge l'infettivologo. "Grazie a questo test potremmo capire se è presente il virus o se una persona si è già immunizzata - precisa Parrella - Lo metteremo alla prova su un gruppo di pazienti ristretti e pensiamo che poi si potrà usare anche in chiave di screening per determinati soggetti, ad esempio chi è stato a contatto con pazienti o il personale sanitario". Questa tipologia di test rapido, in cui basta una goccia di sangue, si basa sulla ricerca delle immonoglobuline G ed M nel sangue, la 'spia' che il vaiolo delle scimmie c'è o è passato.

 

"Ma al momento il test si farà in ospedale con personale sanitario addestrato", puntualizza l'infettivologo. Sulla possibilità che partano in Italia le vaccinazioni contro il vaiolo delle scimmie - i casi confermati nel Paese sono 505 secondo l'ultimo aggiornamento - "bisognerebbe fare una serie di valutazioni su alcune categorie a rischio - dice Parrella - penso agli under 45-50 che non sono stati vaccinati in passato" contro il vaiolo "o ai fragili. Ma senza clamore o paura. La malattia si tiene a bada, abbiamo un antivirale che funziona in fase acuta ed è stato già usato con successo in Usa durante un focolaio nel 2018. Oggi al Cotugno abbiamo 20 pazienti con vaiolo delle scimmie, tutti in isolamento a casa. Speriamo che la situazione rimanga così".

 



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