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19 aprile 2024

Treviso

USL 9 IN PROGETTO UN CENTRO NAZIONALE PER LA LOTTA ALLA SLA

Sono 40 i pazienti seguiti dal reparto di Neurologia del Ca' Foncello

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USL 9 IN PROGETTO UN CENTRO NAZIONALE PER LA LOTTA ALLA SLA

TREVISO - Due ambulatori e un gruppo interdisciplinare dedicati alla Sclerosi Laterale Amiotrofica (Sla) la cui organizzazione sarà modello su scala regionale: il reparto di Neurologia dell'ospedale Cà Foncello di Treviso, diretto da Bruno Giometto, ha partecipato, insieme agli ospedali Niguarda di Milano, di Chieti, Molinette di Torino e al Policlinico di Bari ad un progetto del Centro Nazionale per la prevenzione delle complicanze e il controllo del decorso della malattia.

Il risultato è l'affidamento ad un 'case manager' di ogni percorso assistenziale mirato al miglioramento della vita per i pazienti affetti da Sla. Se ne parlerà in un convegno il 26 marzo a Villa Contarini a Piazzola sul Brenta (Padova).

Il gruppo interdisciplinare, composto da 21 specialisti, ha permesso di seguire con nuovi criteri di ottimizzazione dei tempi di cura e riduzione degli spostamenti necessari a 40 pazienti affetti da Sla seguiti dal reparto di Neurologia dell'Ospedale Cà Foncello, i cui due ambulatori effettuano ogni settimana 15 visite. Una malattia che comporta tempi relativamente ristretti di attività ma elevati livelli di complessità e di coordinamento tra professionisti sanitari.

La malattia è causa di una paralisi progressiva della muscolatura scheletrica che rende incapaci (dopo una media di un paio d'anni dei primi sintomi) di muoversi, parlare, deglutire e respirare. Al momento sono ignote le cause che la determinano e non esistono cure efficaci, pertanto parte fondamentale del percorso di assistenza consiste nell'aiutare il malato a conservare una qualità della vita eticamente sostenibile.

Ogni paziente affetto da Sla necessita l'intervento di diversi specialisti ed é perciò di fondamentale importanza coordinarne il lavoro reciproco e nei confronti degli altri professionisti che lo seguiranno a livello territoriale. Si è dimostrato infatti che i centri multidisciplinari sono in grado di aumentare di un anno la sopravvivenza dei pazienti.

"La centralità della persona e l'approccio multidisiciplinare sono due pilastri fondamentali della nostra programmazione - sottolinea Claudio Dario, Dg dell'Ulss 9 Treviso -. Per la Sla un case manager segue il percorso di ogni paziente e coordina il lavoro dei medici dedicati per evitare che si creino attese non necessarie e per ridurre al minimo il tempo di permanenza in ospedale, privilegiando la dimensione relazionale e affettiva della dimora di appartenenza. Particolare attenzione è dedicata all'aiuto psicologico e bioetico, per permettere di pianificare le cure".

 

 


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