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29 marzo 2024

Cronaca

Università di Padova ed esami in presenza: parte la raccolta firme contro

UDU Padova: “Così si ignorano volontariamente le necessità della comunità studentesca”

| Manuel Trevisan |

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| Manuel Trevisan |

Gli studenti dell'Università di Padova chiedono di ripensare alle modalità di esame

PADOVA – “Forzare la sessione d’esami in presenza significa ignorare volontariamente le necessità della comunità studentesca”. Le direttive sulle modalità d’esame per la sessione invernale comunicate dall’Università di Padova non soddisfano gli studenti e le studentesse che, rappresentati dal coordinamento Udu Padova, lanciano la raccolta firme “UNIPD, RIPENSACI”.

Le regole stabilite dall’Ateneo patavino prevedono esami principalmente in presenza salvo per gli studenti internazionali e per chi ha problemi legati al Covid. “Nonostante il forte aumento dei contagi, il malfunzionamento del tracciamento regionale e nazionale, i disservizi nei trasporti in tutta Italia e l'emergenza abitativa, l’Università sceglie di mantenere in presenza la sessione d'esami, ignorando i nostri campanelli d’allarme - dichiara Domenico Amico, Coordinatore di Studenti Per Udu Padova -. Da settimane avvertiamo la governance circa i rischi della sessione in queste condizioni, ma l'Ateneo ha deciso di non rispondere agli studenti e questo ci delude fortemente".

La petizione lanciata dall’associazione di rappresentanza studentesca ha già raccolto 5mila firme. “Questo dimostra l'importanza del rivedere le modalità d'esame, Unipd deve ascoltarci - spiega Virginia Libero, Presidente di Udu Padova -. Oltre al lato economico che è importante, perché pagare vitto e alloggio per andare a sostenere degli esami è pesante, bisogna considerare il rischio di affrontare un viaggio con mezzi estremamente affollati per presentarsi ad un esame con altre centinaia di persone”.

A rincarare la dose è Enrico Caccin, altro Senatore dell’Udu: “il contagio può colpire le famiglie di studenti e docenti. Ai giovani è già stato dato ingiustamente degli untori ma noi, oltre a dimostrarlo con la più alta percentuale di persone vaccinate per fascia d’età, siamo responsabili anche in questa occasione. Chiediamo altrettanta responsabilità da parte di chi paghiamo per il diritto allo studio. Non ci fermeremo facilmente: siamo pronti a mobilitarci, arrivando in ogni aula, dipartimento e struttura”.

 


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