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29 marzo 2024

Oderzo Motta

"Unbomber, l'ex discoteca, l'alluvione... i miei primi 40 anni"

Gigi Marchesin, 40 anni di servizio alla Polizia locale di Motta. Da Carabiniere conobbe il generale dalla Chiesa

| Gianandrea Rorato |

| Gianandrea Rorato |

MOTTA DI LIVENZA - Oggi, domenica 1 marzo, taglia il traguardo di quarant’anni ininterrotti di servizio nello stesso comando. Traguardo con la “T” maiuscola per Luigi “Gigi” Marchesin, classe 1959, storico agente della Polizia locale di Motta. «Ma siamo agli sgoccioli - spiega - con il 2021 scatta la pensione». A Motta Gigi, sguardo acuto, volto asciutto e sorriso contagioso, lo conoscono tutti. Entrò nella squadra della Polizia locale il 1 marzo nel 1980, sotto la direzione dell’allora comandante Giuseppe Visentin. Era reduce dall’esperienza nell’Arma: fu Carabiniere in Radiomobile.

 

«A vent’anni strinsi la mano al generale Dalla Chiesa», ricordando chi lottò in prima persona contro Cosa Nostra e Brigate Rosse. Due anni dopo quella stretta di mano Dalla Chiesa, da Prefetto di Palermo, venne ucciso in un attentato mafioso. Poi l’ingresso nel comando di Motta. Prediligeva, ieri come oggi, il lavoro in mezzo alla gente. Quasi un “marchio di fabbrica”.

 

Che ricordi ha di quel periodo?

 

«Ero giovane, entrare nella Polizia locale fu un bel traguardo. Ma le difficoltà della nostra professione sono aumentate parecchio. Gli aiuti tecnologici sono molteplici, ma vanno di pari passo con le insidie. Oggi è necessario essere aggiornati e professionali più di un tempo. Con una semplice foto dal cellulare, un errore può costare caro».

 

Quali i momenti più intensi?

 

«Ricordo bene il periodo tra la metà degli anni ‘80 quando in centro a Motta aprì la discoteca Finimondo. Eravamo in servizio fino a notte fonda, almeno in tre. Tutti i weekend e tutte le festività. Ma non solo. Come Vigile ho partecipato a tre processioni straordinarie della Madonna dei Miracoli. Quell’immagine esce dal Santuario solo una volta ogni 25 anni e negli anni giubilari. I fedeli arrivano a migliaia».

 

Di lavoro ce ne fu sempre parecchio...

«Basti pensare che con la Pro Loco, all’inizio degli anni ‘80 fummo noi vigili a curare le fiere di primavera e autunno che crebbero nel corso dei decenni. Ma ricordo le emergenze alluvione, in questi quarant’anni furono almeno tre. Penso a Unabomber che colpì in paese due volte. Alle emergenze stradali con i colleghi. Oggi si parla tanto di velox. Fummo tra i primi a utilizzare quello mobile, ormai parecchi anni fa. Ringrazio tutti i sindaci, gli amministratori, i comandanti e i colleghi, oltre ai tanti cittadini conosciuti in questi decenni».

 

Lascia o raddoppia?

 

«Con febbraio 2021 concludo questa lunga e bella esperienza. Che farò? Continuerò a coltivare la mia passione per l’alpinismo, arrampicandomi sulle vette per assaporarne la bellezza . E, magari, coltiverò pure la terra: perché no?».

 



Gianandrea Rorato

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