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29 marzo 2024

Castelfranco

"Un paese che disinveste nella sanità pubblica è fragile"

Il comitato spontaneo di cittadino “Difendiamo il nostro ospedale” fa le pulci alle istituzioni

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

Ospedale di Castelfranco Veneto

CASTELFRANCO - Il comitato “Difendiamo il nostro ospedale” che da anni si batte per tutelare servizi e posti letto al nosocomio di Castelfranco Veneto, alla luce dell’emergenza Coronavirus, fa il punto della situazione e punta il dito su scelte poco lungimiranti. Ma ecco i numero che ha diffuso: “Media dei posti letto ospedalieri in Italia: 3,2 p.l. ogni mille abitanti (meno di quanto previsto dalla legge italiana: 3,5 p.l. ogni mille abitanti); Media posti letto ospedalieri in Ue: 5 p.l. ogni mille abitanti; Media posti letto per pazienti acuti in Italia (no riabilitazione e lungodegenza): 2,6 p.l. ogni mille abitanti; Media posti letto per pazienti acuti in Ue: 3,7 p.l. ogni mille abitanti; Numero posti letto terapia intensiva in Italia: 5090”.

Ma ecco nello specifico cosa succede nella nostra regione e in città, secondo i dati riportati del Comitato che si rifà a valori ufficiali: “Numero posti letto terapia intensiva in Veneto: 717 in base ai dati del 2019 (erano 1176 nel 2002 e 802 nel 2013: -39%); Numero posti letto terapia intensiva Ulss 2 Marca Trevigiana: 91 (+ 45 p.l. "aggiuntivi"); Numero posti letto terapia intensiva a Castelfranco Veneto-Montebelluna: 3 p.l. "San Giacomo" + 5 (+1 aggiuntivo) p.l. "San Valentino" + 4 p.l. IOV Castelfranco”.

Uno stato di cose che ha indotto gli attivisti del Comitato a fare delle considerazioni: “È il caso di ripensare completamente il modello dei "tagli con l'accetta" ai posti letto e ai reparti ospedalieri e di abbandonare definitivamente la politica del "rinvio alle calende greche" dei piani di assunzione per il personale medico e per i ricercatori. Come questo gruppo denuncia da anni, un sistema Paese che disinveste nella sanità pubblica è un sistema fragile in cui i più fragili pagano il prezzo più alto”.

 



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Ingrid Feltrin Jefwa

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