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21 giugno 2025

Esteri

Un litro di urina per sei ore di elettricità: la straordinaria invenzione di quattro adolescenti

La rivoluzione green delle studentesse nigeriane

| Carlo De Bastiani |

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| Carlo De Bastiani |

Duro-Aina Adebola, Akindele Abiola, Faleke Oluwatoyin e Bello Eniola

A Lagos, in Nigeria, dove l’elettricità è un bene prezioso, quattro studentesse adolescenti hanno stupito il mondo con un’idea che sembra uscita da un racconto di fantascienza, ma che è già realtà. Duro-Aina Adebola, Akindele Abiola, Faleke Oluwatoyin e Bello Eniola, (in foto) tutte tra i 14 e i 15 anni, hanno presentato al Maker Faire Africa un generatore che produce energia elettrica partendo da un combustibile davvero insolito: l’urina.

La loro invenzione, semplice e geniale, ha subito fatto il giro del web e dei social, diventando simbolo di speranza per milioni di persone che ogni giorno devono fare i conti con la mancanza di corrente. Il funzionamento del generatore è basato su un processo chimico che trasforma l’urina in idrogeno, il quale viene poi utilizzato per alimentare un piccolo generatore elettrico. Un solo litro di urina è sufficiente per garantire sei ore di luce e di energia, un risultato che ha attirato l’attenzione di scienziati, imprenditori e appassionati di innovazione in tutto il mondo.

L’idea nasce da una necessità concreta: in Nigeria, come in molti altri paesi africani, l’energia elettrica non è sempre disponibile. I generatori tradizionali sono costosi e inquinanti, mentre le fonti rinnovabili non sono ancora alla portata di tutti. Così le quattro ragazze hanno deciso di sperimentare una soluzione alternativa, utilizzando una risorsa che non manca mai: i rifiuti organici.

Il processo è affascinante. L’urina viene raccolta e inserita in una cella elettrolitica, dove viene separato l’idrogeno. Il gas passa poi attraverso filtri e sistemi di purificazione, per essere infine immesso in un generatore che produce elettricità. Le giovani inventrici hanno pensato anche alla sicurezza, installando valvole che impediscono il ritorno di fiamma e riducono il rischio di esplosioni.

La comunità scientifica ha accolto il progetto con entusiasmo, pur sottolineando che la tecnologia, per ora, consuma più energia di quanta ne produca. Ma il valore di questa invenzione va oltre i numeri: dimostra che l’ingegno e la creatività possono nascere ovunque, anche in contesti difficili, e che le soluzioni ai grandi problemi globali possono arrivare dai più giovani.

 

Secondo la professoressa Gerardine Botte, esperta di idrogeno e trattamento delle acque reflue, l’idea delle ragazze nigeriane è un esempio concreto di come si possa trasformare un problema – lo smaltimento dei rifiuti liquidi – in una risorsa preziosa. In alcune università americane, sistemi simili sono già in fase di sperimentazione per produrre energia e acqua potabile a partire dall’urina.

Il sogno delle quattro studentesse è quello di vedere la loro invenzione diffondersi nelle scuole, negli ospedali e nelle case di tutta l’Africa, portando luce e speranza dove ancora oggi regna il buio. Il loro generatore a urina non è solo una curiosità scientifica, ma un messaggio potente: anche con pochi mezzi, si può cambiare il mondo.


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