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24 aprile 2024

Nord-Est

"Un euro e quaranta in più al mese: ecco quanto il Governo riconosce ai pensionati veneti"

La denuncia dello Spi Cgil

| Riccardo D'Argento |

| Riccardo D'Argento |

pensione veneto

VENETO - “Un euro e 40 centesimi in più nell’assegno mensile e poco più di 18 euro di arretrati relativi a tutto il 2020. È questo, in media, l’adeguamento al costo della vita che il Governo riconosce ai pensionati veneti come differenza fra l’inflazione programmata e quella effettiva dello scorso anno. Un recupero che, inutile dirlo, non compensa assolutamente la perdita di potere d’acquisto legata all’inflazione reale”.

 

A denunciare la situazione è lo Spi, il sindacato dei pensionati della Cgil regionale, che ha studiato l’impatto nel 2021 della cosiddetta perequazione - l’adeguamento delle pensioni all’inflazione - sulle tasche dei pensionati.

 

“Un effetto irrisorio, che non aiuterà in alcun modo gli anziani e le loro famiglie in questo difficilissimo momento di crisi – dichiarano dal sindacato -. Gli esigui aumenti legati all’inflazione dipendono ovviamente dall’importo della pensione. Così, per esempio, gli oltre 100 mila pensionati veneti che portano a casa un assegno di circa mille euro lordi mensili prenderanno un euro in più al mese e poco più di 13 euro di arretrati con la pensione di gennaio. Contando che mediamente in Veneto l’assegno previdenziale è di circa 1.400 euro lordi (1.767,30 euro lordi per gli uomini e 803,40 euro per le donne), i nostri pensionati nel 2021 avranno 1,40 euro in più al mese, risorse che non corrispondono certo alla reale perdita di potere d’acquisto, perché il calcolo è puramente indicativo e la perdita si accumula a quella già registrata nel corso degli anni”.

 


| modificato il:

Riccardo D'Argento

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