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20 aprile 2024

Vittorio Veneto

UN CALCIO... FUORI CONFINE

Il vittoriese Edoardo De Nardi gioca in Germania

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UN CALCIO... FUORI CONFINE

Vittorio Veneto - Non solo nel mondo della ricerca i talenti fuggono all’estero. Anche nello sport c’è chi fa le valigie e trova il successo oltreconfine. Tra i giovani campioni che hanno intrapreso questa strada c’è il vittoriese Edoardo De Nardi (nella foto), 18 anni, stella nascente del Klein Karben, squadra che milita nella C1 tedesca. Ci ha raccontato la sua esperienza, che comincia con i primi calci tirati in uno dei campetti cittadini, insieme al fratello Simone.

Quali sono state le principali tappe della tua carriera?

Ho iniziato a giocare con il S. Michele Salsa all’età di 5 anni e qui sono rimasto fino ai 10. Poi sono andato alla Liventina Gorghense. Dopo vari provini (Empoli, Fiorentina), mi sono trasferito in Germania con l’Eintracht di Francoforte, vincendo un campionato nazionale. L’anno successivo siamo arrivati terzi. Poi sono andato a giocare in prestito alla Fsv Frankfurt in serie B, e da quest’anno sono al Klein Karben.

In che ruolo giochi?
Sono un attaccante, tutti mi chiamano Toni perché ho le stesse movenze e il modo di giocare. Anche se tecnicamente io sono un po’ più forte (sorride).

Hai un modello al quale ti ispiri?
Un modello vero e proprio no, però m’ispiro molto al modo di giocare di Iaquinta e di Amauri.

Come ti trovi in Germania?
Calcisticamente molto bene, ci sono meno pressioni e andare allo stadio è una festa. Ci sono tanti bambini e famiglie a vedere le partite e questo senza la paura di trovarsi in mezzo a una guerriglia tra tifoserie.

Com’è la tua giornata tipo?
Sveglia alle 8.30, colazione al bar davanti allo stadio, allenamento, pranzo con la squadra e poi seduta pomeridiana. Dopo il secondo allenamento di solito si fa palestra o piscina oppure, se si è fortunati, si ha un po’ di tempo libero.

Cosa ti manca dell’Italia?
All’inizio è stata molto dura, con la scuola e con la lingua, ma alla fine mi sono ambientato bene. Dell’Italia mi mancano la famiglia, gli amici, il cibo e il sole, perché qua in Germania non è che splenda spesso. Vittorio Veneto è pur sempre casa mia: anche se tutti si lamentano che non c’è mai niente da fare, per me è sempre una gioia tornare nel mio paese.

C’è qualcuno che, in questi anni, ti è stato particolarmente vicino?
La mia famiglia e gli amici mi sono stati vicini, soprattutto mio padre che mi ha accompagnato e seguito sempre. Qualsiasi cosa facessi mi ha appoggiato e ha creduto in me anche nei momenti in cui non lo faceva nessuno, nemmeno io.

Qual è il tuo sogno di calciatore?
Ora sto affrontando un campionato di serie C1 e non sto facendo male, ho due presenze da titolare e un goal. Se i risultati saranno buoni e la società proprietaria del mio cartellino (l’Eintracht di Francoforte, che milita in Bundesliga) ne sarà contenta, parleremo insieme del mio futuro. Naturalmente io punto al massimo.

Che consiglio ti senti di dare a un ragazzo che vuole intraprendere questa strada?
Il mio consiglio è di giocare a calcio per divertirsi e per passione, perché questo prima di tutto è un gioco. Se poi ci sono talento e fortuna, perché non tentare?
Martina Tonin

 


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