Un’oasi di buon cibo e socialità

Dalla bottega al ristorantino, benvenuti a Colonia Agricola

| Sara Armellin |

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Sara Armellin | commenti |

CARBONERA - Colonia Agricola è un luogo molto particolare, lo si percepisce fin da subito: ancor prima di incontrare le persone, qui è la terra che ti accoglie e ti trasmette rispetto, cura e attenzione per la diversità. Ci troviamo a Vascon (nel comune di Carbonera), in quella che un tempo fu una villa di campagna, di cui ora resta solo una piccola chiesetta, una barchessa e qualche traccia di viali alberati e statue in quello che, nel secolo scorso, fu il parco. Nei 2 ettari di campagna, bosco e risorgive, sorgeva infatti l’Opera Pia Colonia Agricola, un centro di ospitalità per orfani che venivano sfamati e avviati al lavoro nei campi.

Negli anni 50, sotto la guida di don Raffaele Crosato, la Colonia si arricchì di laboratori per la formazione professionale di meccanici, falegnami ed elettricisti così che, al termine del percorso scolastico, i ragazzi potessero trovare lavoro nelle aziende della zona. Con il passare degli anni e la necessità di avere un habitus più adeguato alla mutata società, la Colonia si è evoluta in una Cooperativa Sociale di tipo plurimo, che ora conta su circa 450 soci e diversifica le attività con lo scopo di essere economicamente sostenibile e di perseguire lo scopo di creare opportunità abilitative, riabilitative e lavorative per soggetti svantaggiati.

In questa cornice progettuale, si inserisce la florida attività della biofattoria sociale che, dai 5 ettari di campi e serre, produce orticole per alimentare la mensa della Cooperativa, il Ristorantino della Colonia, un paio di GAS e la fornitissima Bottega del Biologico che sorge all’interno della barchessa. La terra qui è generosa e fertile, e a lavorarla provvedono i ragazzi inseriti nei progetti riabilitativi, in collaborazione con le USL locali: guidati da educatori e da agronomi soci della cooperativa, trapiantano zucchine e cappucci, legano i pomodori, raccolgono i fagiolini e, nella stagione fredda, danno il loro contributo nella laboriosa produzione del radicchio rosso di Treviso IGP, reso speciale dalle loro mani e dall’acqua di risorgiva che alimenta un bucolico laghetto.

A fare da cornice a questo quadro, caprette, asini, quaglie, galline e un variopinto orto sinergico dove un nutrito gruppo di volontari, molti dei quali sono gli orfani dell’ex Opera Pia Colonia Agricola, sperimentano consociazioni, mescolando sementi antiche, fiori eduli e ricordi di infanzia. Fare la spesa nella Bottega di Colonia Agricola, quindi, non è un semplice atto di consumo: è entrare a far parte di un sistema di relazioni, dove diversità e imperfezione sono valorizzati nelle loro potenzialità. Nemmeno a dirlo che gli ortaggi sono buoni: vengono raccolti più volte al giorno e subito portati nella Bottega, dove sono venduti insieme a prodotti provenienti da altre aziende agricole della zona, sempre certificate bio.

Oltre a ortaggi e frutta freschi, nella Bottega si trovano anche i prodotti di pasticceria che vengono sfornati nel laboratorio adiacente: pane, cracker, grissini, biscotti e, nel Ristorantino accanto, torte, dolci e focacce. Ampia anche la scelta di alimentari selezionati, sempre provenienti da coltivazioni biologiche: pasta, tisane, conserve di frutta e verdura, yogurt e tutto quello che può servire per portare in tavola un buon pasto, che fa bene al corpo, alla terra, in nome dell’inclusione e della valorizzazione della diversità.

 



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Sara Armellin

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