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19 marzo 2024

Treviso

Umori e timori ai seggi elettorali nell'era del Covid a Treviso

Tutto è andato secondo gli auspici e c'è pure chi, visto il clima sereno, fa qualche battuta di spirito

| Roberto Grigoletto |

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| Roberto Grigoletto |

Umori e timori ai seggi elettorali nell'era del Covid a Treviso

TREVISO - Chissà se dopo “La giornata di uno scrutatore” a Italo Calvino oggi sarebbe venuta l'ispirazione per narrare quella dell’elettore per la prima volta ai seggi nell’era del Coronavirus. C’era curiosità, ma più ancora preoccupazione, anche nella Marca stamattina all’apertura delle sezioni elettorali. Tutto dipendeva infatti dalla piega che avrebbero preso i primi accessi ai seggi, con percorsi dedicati in entrata e in uscita, dispositivi di sicurezza e di igienizzazione, distanziamento sociale e “controllo del traffico” dentro e fuori le sedi di seggio.

Invece tutto è iniziato secondo i migliori auspici. Chiare le disposizioni imposte dalle norme. Delineati con precisione i percorsi da attraversare per guadagnare la cabina elettorale. Supporto da parte dei militari e delle forze dell’ordine a favore di chi, o troppo giovane perché al suo primo voto, o un po’ più avanti con gli anni, appariva magari un tantino disorientato . C’era chi ai seggi temeva di andare per paura del contagio. E chi invece stamattina ha saputo anche scherzarci sopra, mentre si metteva diligentemente in coda nel capoluogo: “Dov’è il contafila per prendere il numero? Non funziona come al supermercato?”. Mentre un ragazzotto, poco dopo mezzogiorno, sopraggiunge chiedendo ad alta voce:” È questa la fila per ricevere il rancio?”

Nicola ruba tutto con gli occhi: è la sua prima volta; non aveva mai messo piede in una sezione elettorale, neanche con i suoi genitori quando era piccolo. “Beh sì, un po’ di emozione c’è. È sempre una cosa nuova. Però so per cosa sono qui, mi sono documentato visto che nel lockdown di tempo ne ho avuto per informarmi e decidere. Sì, penso che votare sia giusto e che sia anche una bella cosa ”. Gina, 83 anni, attende il suo turno seduta su una sedia prontamente offertale dal militare di stanza al seggio: “Ho votato sempre, dalle prime elezioni a oggi” - assicura, facendosi però un po’ tradire dalla memoria perché, fatti due conti, per il primo referendum della storia repubblicana l’età non ce l'aveva ancora, come cantava Gigliola Cinquetti. Code a scorrimento tutto sommato veloce nel cortile, nell’atrio e fuori dalle aule degli edifici scolastici di Treviso (nessun seggio è stato traslocato altrove). Entra un fotografo e ai componenti del seggio chiede di poter realizzare alcuni scatti per il suo giornale. Il presidente si sorprende: “Ma come, non ha letto il cartello appeso alla porta? È severamente proibito fotografare schede votate”. Presidente - lo tranquillizza sornione il reporter “mi accontento dei soggetti... Un primo piano davanti all’urna, possibilmente”.

 


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Roberto Grigoletto

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