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29 marzo 2024

Treviso

Ulss venete i dg/pensionati si autosospendono lo stipendio

EDITORIALE - Intanto, in Basilicata, il vicentino Giampaolo Stopazzolo si è dimesso da direttore dell'Ulss di Potenza

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

Direttori generali Ulss, Veneto

EDITORIALE – Il caso dei direttori generali delle Ulss venete che percepivano uno stipendio pur se pensionati non è ancora chiarito. Intanto la vicenda da cui tutto è scaturito, vale a dire il caso del vicentino Giampaolo Stopazzolo direttore dell'Ulss di Potenza, denunciato dai sindacati alla Corte dei Conti che ha aperto un’indagine conoscitiva, si sta avviando all’epilogo, dopo che il 23 giugno Stopazzolo si è dimesso. Le organizzazioni sindacali hanno contestato la legittimità di percepire uno stipendio se si è anche in pensione quando si ricopre il ruolo di direttore generale in ambito pubblico.

Dimissioni accettate dal presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi che in una nota ha dichiarato: “Ringrazio il dott. Giampaolo Stopazzolo per la sua enorme professionalità, il suo spirito di sacrificio, la sua dedizione per la causa della sanità territoriale lucana e anche per il suo gesto. Lo ringrazio, perché l’istituto delle dimissioni è sconosciuto ai più e lui invece ha anteposto il bene comune a ogni cosa. Ho accolto la sua richiesta con grande dispiacere, data anche la direzione che stava dando all’azienda sanitaria, in vista delle tante sfide che la sanità lucana ha dinanzi a sé. È stato un esempio sicuramente positivo, come persona e come professionista, al quale va tutta la mia gratitudine e quella della Giunta”. Resta il riserbo sulle ragioni addotte per le dimissioni e se Giampaolo Stopazzolo ha restituito o meno quanto percepito durante l’incarico in concomitanza con gli emolumenti pensionistici.

Intanto in Veneto pochi giorni fa il direttore generale dell’area sanità del Veneto, Luciano Fior ha divulgato una nota sul caso. «In merito al caso rilevato nella regione Basilicata, dove a un direttore generale di Asl è stato contestato il fatto di essere andato in pensione e di percepire lo stipendio, considerato un parere pronunciato dal Consiglio di Stato, il direttore generale dell’area Sanità della Regione Veneto, Luciano Flor, precisa quanto segue: “È stata conclusa una verifica formale da cui è emerso che quattro dg, regolarmente nominati mentre erano in servizio, sono andati nel frattempo in quiescenza. Gli stessi dg hanno anticipato un parere legale “pro veritate" concernente approfondimenti in merito alla loro posizione. In virtù di queste informazioni e della peculiarità del caso mi riservo un confronto con i ministeri competenti, alle cui risultanze si darà puntuale seguito. I direttori generali interessati hanno inoltre comunicato che, in attesa della verifica, si autosospendono dalla percezione dello stipendio. Preciso, infine, che il sottoscritto non è coinvolto personalmente dalla questione in esame in quanto non in quiescenza”».

Giuseppe Dal Ben (Azienda ospedaliera di Padova), Francesco Benazzi (Ulss 2 Marca Trevigiana), Edgardo Contato (Ulss 3 Serenissima Venezia) e Maria Giuseppina Bonavina (Ulss 8 Berica) quindi lavoreranno gratis. I quesiti senza risposta però permangono giacché il Consiglio di Stato nel parere 309 del 4 febbraio 2020 precisa che 'nell’ipotesi in cui l’incarico venga conferito ad un soggetto ancora in servizio, al fine di evitare elusioni, al momento della quiescenza, lo stesso deve trasformarsi a titolo gratuito…'.

Ora, quindi, le domande che attendono una risposta sono:


- È legittima l’attribuzione di uno stipendio ai direttori generali ulss se in pensione?
- Nel caso non fosse legittima gli interessati hanno comunicato la loro nuova condizione di pensionati?
- Se la Regione è stata informata del pensionamento perché non si è valutata prima la legittimità dello stipendio? Va precisato che le verifiche sono partite solo dopo il caso della Basilicata.
- Qualora venisse confermata l’illegittimità dello stipendio già erogato ai direttori generali veneti quali azioni ci si deve attendere per regolarizzare la situazione?

 

Ecco alcune domande ipotetiche:

  • La restituzione di quanto ingiustamente percepito?
  • Il ridimensionamento del periodo d’incarico, giacché secondo il Consiglio di Stato in questi casi non deve superare l’anno mentre gli incarichi attuali sono di tre anni?
  • La delegittimazione degli atti sottoscritti dai direttori generali nel periodo contestato?
  • Possibili conseguenze dal punto di vista giuridico per gli interessati?
  • L’intervento della Corte dei Conti nei confronti della Regione?


Questi sono solo alcuni dei quesiti che ad oggi non hanno risposte e che sarebbe opportuno giungessero con celerità: se non altro per non dare la sensazione che quando capita un inghippo a chi ha un ruolo di rilievo vi è un livello di tolleranza maggiore rispetto a quando succede ai “comuni mortali”.


Leggi anche:


Chiarimenti della Regione sul caso dei dg dell'ulss stipendiati e pensionati


Pensionati e Direttori generali Ulss: la Corte dei Conti ha avviato un’indagine 

Sanità, Zaia nomina i nuovi dg Ulss in Veneto 

 

 


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