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28 marzo 2024

Italia

Ucraina, terrorismo, cybersicurezza: ecco le minacce all'Italia nella Relazione annuale dell'Intelligence

L'intelligence italiana elenca tutti i profili di rischio per il nostro Paese

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Ucraina, terrorismo, cybersicurezza: ecco le minacce all'Italia nella Relazione annuale dell'Intelligence

ITALIA - La situazione in Ucraina, la minaccia del terrorismo, le insidie cyber: nella Relazione annuale sulla politica dell'informazione per la sicurezza', relativa al 2021, l'intelligence italiana elenca tutti i profili di rischio per il nostro Paese.

 

UCRAINA - "Nello spazio post-sovietico si è accresciuto lo sforzo di Mosca di riaffermare la propria primazia sull’area. Per il Cremlino, le Repubbliche ex sovietiche sono, infatti, considerate come il perimetro minimo di sicurezza atto a garantire profondità strategica all’azione esterna di Mosca e alla sua volontà di essere riconosciuta fra le grandi potenze mondiali", si legge nella Relazione. "Le recenti bozze di trattato sulle garanzie di sicurezza con gli Usa e la Nato, divulgate dal Cremlino nel dicembre scorso, vanno lette attraverso tale prisma, ovvero quale potenziale innesco di un negoziato su una nuova architettura securitaria europea. Centrale, al riguardo, è stata nel corso dell’anno l’evoluzione della crisi ucraina, nel quadro del dispiegamento preparatorio e del successivo sviluppo dell’esercitazione russa Zapad-2021, che ha visto un vasto numero di equipaggiamenti militari posizionarsi ai confini, senza che facessero rientro nei distretti militari di appartenenza. Nonostante la crisi primaverile fosse rientrata prima del summit tra Biden e Putin a Ginevra (giugno 2021), dall’ottobre si è registrato un nuovo aumento della mobilitazione militare russa a ridosso dei confini ucraini, nella penisola di Crimea e in Bielorussia, quest’ultima associata alle ulteriori esercitazioni militari in programma tra Mosca e Minsk. La situazione -rilevano i servizi di sicurezza nella Relazione- è rimasta costantemente all’attenzione dell’intelligence, che ha monitorato l’evoluzione del dispositivo militare russo anche in ragione del profilarsi del rischio dell’errore di calcolo, sempre possibile vista la consistenza dello schieramento dispiegato". Il 2021 "si è concluso nel segno di una triplice dinamica: l’incertezza sulla volontà russa di passare all’offensiva, oppure di utilizzare gli spazi diplomatici al fine di convincere i Paesi occidentali a rivisitare gli equilibri securitari nel continente europeo; la ripresa del dialogo, sia attraverso il formato negoziale Normandia, attivo sin dalla crisi del Donbass, che ai tre livelli Stati Uniti-Nato-Osce configuratisi a seguito delle bozze di accordi di sicurezza proposti dalla Russia; la predisposizione di strumenti sanzionatori e di deterrenza".

 

TERRORISMO - L’attenzione dell’intelligence italiana "continua a focalizzarsi anche sul rischio rappresentato dai foreign fighters – la cui lista consolidata si attesta, compresi i 56 soggetti deceduti, a 144 unità – intenzionati a rientrare in territorio italiano, sia pure in stato di arresto o sotto falso nome, sfruttando anche circuiti criminali dediti all’immigrazione clandestina", si legge nel documento. "A questo proposito, oggetto di mirato monitoraggio sono quegli individui, colpiti da mandato di cattura internazionale per reati di natura terroristica, capaci di adattarsi temporaneamente e in maniera sommersa al territorio ospite, pur coltivando significative relazioni con estremisti all’estero. È il caso, tra gli altri, del foreign fighter marocchino arrestato il 9 luglio a Battipaglia. Ex combattente dello Stato Islamico in Siria e colpito da mandato di cattura internazionale per reati connessi al terrorismo, era entrato illegalmente nel nostro Paese nel novembre 2020, utilizzando false generalità. In questo contesto, i provvedimenti di espulsione che nel 2021, come nel 2020, sono stati 59 – si sono confermati strumento cardine del modello nazionale di prevenzione, che mira a creare sinergie tra intelligence e Istituzioni di polizia, specie nell’ambito del Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo-Casa. Non può non rilevarsi come dei 59 soggetti espulsi nell’anno in esame, circa il 20% fosse già stato destinatario di provvedimenti di rimpatrio a indicare le difficoltà connesse al monitoraggio degli individui allontanatisi dal territorio nazionale". "Le risultanze di un attento monitoraggio della galassia mediatica jihadista" evidenziano come l'Italia "continui a permanere all’attenzione, anche con la riproposizione in chiave minatoria – soprattutto a opera di media house e forum d’area pro Daesh – di simboli nazionali, come la bandiera italiana e il Colosseo, nonché di immagini di luoghi o personaggi simbolo della cristianità, quali Piazza S. Pietro e il Pontefice". "Daesh, in particolare -viene rilevato- nel porre in risalto l’impegno italiano nella lotta al terrorismo, non ha mancato di veicolare messaggi di minacce alla Coalizione “crociata” europea e appelli a diffondere il terrore in Occidente, ribadendo, tra l’altro, anche la promessa di conquistare Roma". L’impegno informativo dell'Intelligence italiana per la prevenzione del terrorismo si è focalizzato tra l'altro nel 2021 "sulla minaccia rappresentata anche da micro-gruppi o circuiti più ampi e transnazionali, composti tendenzialmente da elementi radicalizzati attivi online e in contatto fra loro soprattutto tramite i social network. In tal senso, gli ambienti virtuali hanno avuto un effetto aggregante rispetto a comunità distinte e/o frammentate, le cui differenze linguistiche, culturali ed etniche avevano finora impedito qualsiasi commistione". "Su tale sfondo, i Balcani occidentali – già all’attenzione della relazione annuale del 2020 in quanto ritenuti potenziale “incubatore” della minaccia terroristica verso l’Europa – hanno continuato a rivestire prioritario interesse informativo, anche per i possibili rischi di emulazione da parte di estremisti islamici intranei alle comunità balcaniche in Europa occidentale. L’intelligence -si legge nel documento- non ha mancato, al riguardo, di segnalare la minaccia proveniente in particolare dalle componenti giovanili di tali diaspore, che potrebbero costituire bacino di reclutamento foriero di rapide evoluzioni".

 

CYBERSECURITY - "Le attività del Comparto nel dominio cyber si sono indirizzate in maniera significativa verso la tutela delle infrastrutture nazionali più coinvolte nel contrasto della pandemia. Tali attività condotte dall’intelligence hanno consentito di rilevare una sensibile crescita di azioni cyber di matrice criminale, soprattutto attraverso campagne ransomware". "Per quanto attiene alle tipologie di attori ostili, nel 2021 si è assistito a un sensibile calo delle attività di matrice hacktivista e a un aumento delle azioni di matrice statuale. Inoltre, l’intelligence ha continuato a promuovere le attività volte alla messa a sistema delle capacità nazionali per individuare, prevenire e contrastare la minaccia ibrida". Le attività cyber ostili effettuate contro assetti informatici rilevanti per la sicurezza nazionale anche "nel corso del 2021, hanno continuato a interessare prevalentemente le infrastrutture informatiche della Pubblica Amministrazione (69%, in diminuzione di 14 punti percentuali rispetto al 2020). Le azioni in danno di obiettivi pubblici hanno riguardato perlopiù Amministrazioni Centrali dello Stato (56%, valore in aumento di oltre 18 punti percentuali rispetto all’anno precedente) e infrastrutture It riferibili a enti locali e strutture sanitarie (per un complessivo 30% sul totale)". "Gli attacchi nei confronti dei soggetti privati hanno interessato prevalentemente i settori energetico (24%, in sensibile incremento rispetto allo scorso anno), dei trasporti (18%, in aumento di 16 punti percentuali) e delle telecomunicazioni (12%, in crescita di 10 punti percentuali rispetto al 2020)", continua. "Rispetto ai gruppi hacktivisti, nel confermare la tendenza a rivendicare e pubblicizzare il proprio operato attraverso le principali piattaforme social, essi non hanno fatto registrare, nel 2021, campagne strutturate, né tantomeno recrudescenze di attività precedenti - osserva la relazione - Una sensibile crescita (+18 punti percentuali) è stata rilevata anche con riferimento alle azioni di matrice statuale, che si sono attestate al 23% del totale". Sono stati osservati "tentativi da parte di quegli stessi attori di sfruttare le vulnerabilità presenti nei principali sistemi di connessione remota – ampiamente utilizzati nel corso dell’emergenza sanitaria per finalità di telelavoro – nel tentativo di guadagnare, attraverso la diffusione di malware, l’accesso a risorse informatiche di aziende e organizzazioni - prosegue la relazione - In costante aumento sono state, infine, le azioni di matrice non identificabile (40%) ascrivibili al ricorso, da parte di attori di varia natura, a strumenti offensivi liberamente reperibili o distribuiti su mercati digitali paralleli, sovente presenti nel deep e dark web".

 

MIGRANTI - "Instabilità politica, conflitti armati, incremento demografico, cambiamento climatico, precarie condizioni socio-economiche ed effetti della crisi sanitaria da Covid-19 hanno inciso, quali fattori di innesco, sull’andamento dei flussi dell’immigrazione irregolare in direzione dell’Italia. Fenomeno che ha fatto registrare un trend incrementale per tutto il 2021 rispetto a quanto registrato nel 2020". "In tale contesto, il monitoraggio intelligence - si sottolinea - è stato indirizzato verso le principali direttrici dei flussi migratori – confermando la Libia quale primo Paese di partenza dei migranti diretti verso le coste italiane, seguita da Tunisia e Turchia –, il modus operandi dei network criminali presenti in maniera capillare nelle principali aree interessate dal fenomeno, nonché, in stretto raccordo con le Forze di polizia, il rischio di ingerenze controindicate nei flussi, sebbene non emergano tuttora evidenze circa l’utilizzo strutturato dei canali dell’immigrazione clandestina per il trasferimento di jihadisti". "Quanto alla rotta balcanica terrestre, le evidenze fanno stato di un incremento dei flussi migratori che, dal territorio turco, attraverso le direttrici balcaniche terrestri si dirigono in territorio nazionale, oltrepassando il confine italo-sloveno. Quanto ai network criminali, l’azione informativa ha posto in luce il persistente attivismo delle reti di facilitatori, prevalentemente di nazionalità afghana e pakistana, dediti al trasferimento di migranti di provenienza mediorientale e centro-asiatica". "Specifica attenzione informativa è stata infine dedicata alla situazione in Afghanistan, da cui promanano correnti migratorie che interessano tanto la rotta del Mediterraneo Orientale che quella balcanica terrestre - continua - se rispetto a esse non si sono registrati significativi scostamenti rispetto al trend migratorio dell’anno precedente, l’intelligence ha comunque accresciuto la sua attività di monitoraggio a seguito della presa del potere da parte dei Talebani". PNRR - A fronte dei cospicui flussi finanziari, nazionali ed europei, legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), specifiche criticità, suscettibili di attenzione intelligence, potrebbero riconnettersi a variegate ingerenze controindicate nell’ambito delle fasi realizzative delle 'missioni' del Piano". "Convergenti evidenze hanno rimandato alla sempre più evidente saldatura, suscettibile di svilupparsi in seno a qualificati circuiti relazionali, tra ambienti criminali, imprenditori, amministratori pubblici e figure professionali specializzate, perlopiù, in materia societaria e fiscale - si osserva - Si tratta di relazioni controindicate in grado di agevolare tanto il riciclaggio dei proventi illeciti, mediante articolati schemi di evasione ed elusione fiscale, realizzati anche con l’utilizzo di sofisticati strumenti di tecno-finanza, quanto il condizionamento della sfera decisionale pubblica, soprattutto a livello locale, specie nell’ambito dell’aggiudicazione di gare d’appalto per la realizzazione di opere infrastrutturali".

 



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