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29 marzo 2024

Cronaca

Uccise il padre per difendere la madre, assolto: "Il fatto non costituisce reato"

Lo ha deciso la Corte d’Assise di Torino al termine di una camera di consiglio durata quasi sei ore. Alex: "Sono senza parole, non me lo aspettavo"

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Corte d’Assise di Torino Alex Pompa

ITALIA - Assoluzione perché il fatto non costituisce reato per Alex Pompa, il giovane che il 30 aprile del 2020 a Collegno uccise a coltellate il padre per difendere la mamma e il fratello dalle violenze del genitore. Lo ha deciso la Corte d’Assise di Torino al termine di una camera di consiglio durata quasi sei ore.

 

Per il giovane il pubblico ministero, Alessandro Aghemo, al termine della sua requisitoria si era detto ‘costretto’ a chiedere 14 anni di carcere. Il legale del ragazzo, Claudio Strata, ha chiesto invece l’assoluzione piena invocando la legittima difesa. In aula ad ascoltare la lettura della sentenza, la mamma del giovane, Maria, e il fratello Loris, che hanno seguito tutte le udienze del processo.

 

Al fianco dei familiari, oggi in aula, anche Rinaldo Merlone, ex preside della scuola frequentata da Alex ai tempi dell’omicidio e l’imprenditore trevigiano Paolo Fassa che, sentita la storia di Alex in tv e colpito dai giudizi positivi che del giovane davano i suoi insegnanti, ha deciso di aiutare il ragazzo mettendosi a disposizione per aiutarlo.

 

"E' tutto così strano, non ho avuto ancora il tempo per metabolizzare, voglio solo andare a casa, è stata una giornata intensa, pesante, solo a casa saprò metabolizzare", sono state le prime parole di Alex. "Sono senza parole, non me l’aspettavo, devo metabolizzare, sono straniato, scusate", ha detto ancora Alex lasciando il tribunale accompagnato dai suoi familiari ai cronisti che insistevano su cosa provasse alla sentenza di assoluzione.

 

"Noi ci abbiamo sempre creduto, sappiamo quello che abbiamo vissuto, abbiamo visto l’inferno e la morte in faccia e quando diciamo che Alex ci ha salvato la vita è perché è così"., ha commentato Loris, il fratello di Alex. "Ringraziamo questa Corte che ci ha creduto - ha aggiunto Loris - la chiave di tutto stava negli audio, sentendoli con le minacce di morte, i vari insulti a mia madre, allora si capisce tutto".

 

"Mi ha fatto molto dispiacere non avere una sorta di sponda da parte della procura perché secondo me era evidente fin dall’inizio che questa era una situazione da manuale, una caso di scuola di legittima difesa", ha detto l’avvocato Strata, alla lettura della sentenza di assoluzione per il suo assistito. "Mi è dispiaciuto che la procura non ci sia venuta dietro fin dall’inizio e che abbia sostenuto fino alla fine una tesi assolutamente contrastante con quella che noi abbiamo offerto fin dal primo giorno - aggiunge - quindi la soddisfazione è doppia o forse tripla perché ci siamo trovati un po’ da soli". "Spero che questa sentenza rappresenti un segnale forte, sia una sorta di sentenza pilota perché certamente questa sentenza dovrà fare in modo di evitare che queste persone restino sole e isolate. Non doveva finire in questo modo ma era una situazione dalla quale era impossibile uscire, sono usciti nel peggiore dei modi ma Alex non aveva alcuna colpa né responsabilità per quello che succedeva in quella casa", ha concluso l’avvocato Strata.

 


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