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19 aprile 2024

Treviso

Tutti a scuola!

Intervista a Alfonso Rubinacci sulla Buona Scuola

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

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| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

Tutti a scuola!

TREVISO - Ormai la scuola del Veneto e trevigiana sta per entrare nel vivo della sua vitalità con le porte aperte per l'ingresso degli studenti, a partire da mercoledì 16 settembre.

Mentre l’anno scolastico “zero” della Buona scuola ha inizio, abbiamo intervistato il dr. Alfonso Rubinacci, già n. 1 del Ministero della Pubblica Istruzione e ancora oggi sul pezzo, nella veste di coordinatore scientifico del mensile nazionale scolastico Tuttoscuola, che settimanalmente, tramite web, con focus e news, dà notizie di primissima mano sull' andamento della scuola.

Senza dubbio è una delle fonti più autorevole, quasi un termometro sullo stato di salute della scuola italiana.

 

Lo abbiamo intervistato, mentre siamo alla vigilia dell'ultima fase per le immissioni in ruolo, la fase C, che prevede l’assegnazione di 55.258 posti per il potenziamento dell’organico (aggiuntivo, funzionale), di cui 48.812 per posti comuni e 6.446 per il potenziamento del sostegno.

 

Dr. Rubinacci, essendo uno strumento nuovo il cosiddetto organico funzionale, di cui si parla da decenni, ma che solamente quest'anno diventa realtà, ci può dare qualche dato per coglierlo in alcune sfaccettature significative?

Il Miur ha precisato che i posti del potenziamento sono ripartiti fra le classi di concorso, in base al fabbisogno di docenti, inclusi i collaboratori del dirigente scolastico, che le scuole comunicheranno al sistema informativo dal 21 settembre al 5 ottobre e che gli Uffici Scolastici Regionali verificano immediatamente dopo tenendo conto delle graduatorie.

 

Con riferimento soprattutto ai 48.812 posti comuni dell’organico aggiuntivo, cosa si intende per ‘fabbisogno di docenti’? È solamente un fabbisogno quantitativo per la copertura di posti cattedra rimasti disponibili, come, ad esempio, quello del docente vicario esonerato dall’insegnamento? Oppure può essere un fabbisogno qualitativo riferito a particolari attività programmate dalle scuole?

Il fabbisogno quali-quantitativo di ogni istituzione scolastica deriverà dal piano triennale dell’offerta formativa da definire nei prossimi mesi e da avviare l’anno prossimo, ma l’organico aggiuntivo viene assegnato subito già da quest’anno.

Sembra quindi più che logico pensare che il fabbisogno di docenti da segnalare tra il prossimo 21 settembre e il 5 ottobre anticipi anche sostanzialmente l’impiego funzionale dei docenti assegnati.

Sarebbero opportuni, anzi necessari progetti o programmazione di interventi mirati per migliorare l’offerta formativa. In tal modo l'organico aggiuntivo, anche se provvisorio, avrebbe senso e risponderebbe agli obiettivi di qualificazione del servizio indicati dalla legge e si eviterebbe che i docenti rimangano parcheggiati nelle scuole in attesa di una chiamata per sostituire colleghi assenti.

Sarebbe uno spreco di risorse e uno svilimento della funzione docente.

 

Tocchiamo un altro punto nevralgico della scuola ossia l’autonomia anche dal punto di vista finanziario...

Va nella direzione giusta il segnale concreto di “ammodernamento” dell’agire del sistema di gestione del Miur, che esprime la consapevolezza che i nuovi processi non possono essere governati come pura estensione quantitativa di quelli vecchi.

Con decorrenza 14 settembre 2015 la Direzione Generale per le risorse umane e finanziarie ha provveduto ad assegnare a tutte le istituzioni scolastiche le risorse finanziarie relative al funzionamento.

Per l’a.s. 2015-2016 è prevista una erogazione di fondi per il funzionamento pari al 74% in più rispetto allo scorso anno.

A regime, cioè per l’anno scolastico 2016-2017 e seguenti, l’incremento sarà di oltre il 110%.

Focalizzando l’attenzione solo sugli 8/12 del 2016 l’incremento, rispetto alla quota degli 8/12 corrisposta in precedenza, è del 110%.

 

Per favore, ce lo traduca in cifre e in riferimento alle risorse destinate alle scuole...

Alle istituzioni scolastiche stanno arrivando complessivamente euro 37.387.876,12 relativi ai 4/12 delle spese di funzionamento per l’anno scolastico 2015-2016.

Contestualmente viene comunicata l’entità del finanziamento per il periodo Gennaio-Agosto 2016 (che verrà erogata entro il mese di Febbraio 2016) per un importo complessivo pari a 157.375.339 euro.

Ciò significa, concretamente, che le scuole all’inizio dell’anno scolastico hanno finalmente contezza delle risorse disponibili per il periodo Settembre-Dicembre ma, cosa ancora più importante, ragionevole certezza delle risorse occorrenti per la restante parte dell’anno scolastico (Gennaio-Agosto).

Per incrementare l'autonomia contabile delle istituzioni scolastiche ed educative statali e di semplificare gli adempimenti amministrativi e contabili, il Miur provvederà ad adottare un nuovo regolamento di contabilità.

 

A conclusione della Fase B più del 97% dei docenti che avevano ricevuto la proposta di assunzione ha accettato, con una certa diffidenza da parte sindacale. Quali le ragioni sindacali del no alla riforma?

La ragioni possono comunque essere molte. Prima di tutto occorre distinguere all’interno del fronte sindacale per capirne le ragioni.

C’è chi è spinto da ragioni ideologiche o politiche, chi da interessi di vario tipo, chi dal desiderio di salvaguardare la scuola da problemi organizzativi, e che vorrebbe che ci si muovesse con maggiore cautela.

Crediamo che un denominatore comune sia da ricercare in una ragione di metodo, cioè nella esclusione del sindacato dalle decisioni sul cambiamento, e nel conseguente rischio che l’implementazione delle linee strategiche della riforma sia lasciata a pochi funzionari, magari giovani e senza sufficiente conoscenza della complessa macchina organizzativa del sistema scolastico, senza usufruire delle competenze specialistiche del sindacato e della sua capacità di interpretare e anche di incidere sugli umori della categoria.

Per decenni il sindacato ha partecipato, ha avuto confronti, è stato consultato, ha concertato e anche condizionato le scelte dell’esecutivo, ma ora è stato lasciato fuori della porta, non è entrato nella stanza dei bottoni, non ha avuto voce in capitolo.

La mobilitazione a cui i sindacati stanno chiamando la categoria, a costo anche di arrivare alla paralisi della scuola, nasce anche da qui.

 


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Pietro Panzarino - Vicedirettore

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