Tumore alla prostata, 140 interventi in un anno all'ospedale di Treviso: "Pazienti sempre più giovani"
L'ospedale trevigiano ottiene il bollino blu per l’offerta di servizi dedicati alla salute uro-andrologica grazie ad un team multidisciplinare
| Isabella Loschi |

TREVISO - L’Unità operativa complessa di Urologia del Ca’ Foncello rappresenta un punto di riferimento per il trattamento del tumore prostatico, grazie all’adozione di tecniche innovative: nel 2024 sono stati eseguiti 140 interventi grazie alla tecnica mini-invasiva robotica resa possibile dalla presenza in sala operatoria del sistema chirurgico Da Vinci di ultima generazione.
Un ruolo chiave è svolto dalle équipe della Radioterapia e dell’Oncologia nell’integrazione tra trattamenti chirurgici, oncologici e radioterapici, garantendo una presa in carico completa e personalizzata. Fondamentale, nell’approccio terapeutico volto a ottenere un’adeguata qualità di vita per il paziente, è inoltre la collaborazione multidisciplinare con i reparti di Medicina Fisica e Riabilitazione e il Centro di III livello Incontinenza e Stomie per garantire un percorso riabilitativo efficace post operazione. Proprio l’approccio multidisciplinare e l’offerta di servizi dedicati alla salute uro-andrologica hanno permesso all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso di ottenere per la seconda volta il “Bollino Azzurro”, assegnato da Fondazione Onda Ets. L’iniziativa, giunta alla sua seconda edizione e patrocinata dalle principali associazioni italiane di oncologia, radioterapia, urologia, andrologia e urodinamica e Società di medicina generale, ha premiato 156 ospedali in tutta Italia, valutandone l’elevato standard nella presa in carico dei pazienti.
Un importante traguardo che conferma l’ospedale trevigiano come punto di riferimento nella prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione del paziente con tumore alla prostata e delle sue complicanze post-chirurgiche, grazie a un continuo coordinamento multidisciplinare integrato e a tecnologie all’avanguardia. Oggi a Villa Carisi il team multidisciplinare composto dai dottori Mario Salvatore Mangano, primario di Urologia, con il suo collaboratore Claudio Lamon, Fabio Ferrarese, primario di Radioterapia, Adolfo Favaretto, direttore dell’Oncologia, Elisa Milan, alla guida della Medicina Nucleare, Giovanni Morana, primario di Radiologia, il dr Matteo Fassan, direttore dell’Anatomia Patologica, con il supporto dei dottori Marco Gugelmetto, direttore della Medicina Fisica e Riabilitazione, e Giulio Aniello Santoro, responsabile del Centro di III Livello Incontinenza e Stomie, ha consegnato il “Bollino Azzurro” al direttore generale Francesco Benazzi, presente insieme al direttore sanitario Stefano Formentini e al direttore amministrativo Patrizia Mangione.
La neoplasia prostatica, in tutte le sue fasi, richiede un approccio terapeutico integrato, da qui nasce il Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) della neoplasia prostatica dell’Ulss. Il team multidisciplinare dedicato, attivato nel 2019 e che vede il coinvolgimento di specialisti in urologia, radioterapia, oncologia, anatomia patologica, radiologia, medicina nucleare e fisiatria, si riunisce settimanalmente per discutere collegialmente i casi e la pianificazione del miglior percorso di cura per ciascun paziente.
“Questo riconoscimento rappresenta la conferma dell’importanza di percorsi multidisciplinari e multiprofessionali nella gestione della salute uro-andrologica. L’integrazione tra prevenzione, cura, gestione delle complicanze e riabilitazione è essenziale per garantire ai pazienti il miglior percorso terapeutico possibile - le parole del direttore generale, Francesco Benazzi - La qualità della vita del paziente è un obiettivo primario e solo un’assistenza qualificata e integrata può assicurare il massimo livello di cura. Mi complimento con il team per mettere in pratica ogni giorno principi fondamentali della medicina quali l’ascolto attivo verso i pazienti e la comunicazione tra colleghi”.
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