Trump: “Tutti in fila per baciarmi il cu..”. Ma è solo ciò che spera
I grandi paesi non si fanno intimorire dagli Usa e Trump piange

Tariffe record sugli importatori e minacce alle aziende farmaceutiche: la politica commerciale di Trump infiamma il mercato globale e scatena la reazione di Cina, Canada ed Europa. Donald Trump torna a far parlare di sé con una nuova ondata di dazi che promettono di ridisegnare gli equilibri del commercio internazionale. A partire da oggi, 9 aprile 2025, entrano in vigore le tariffe più alte della storia moderna degli Stati Uniti, con un incremento medio che porta il peso fiscale sulle importazioni al 24%, il livello più elevato dai tempi della Grande Depressione. Il presidente americano non si è limitato a celebrare l'evento, ma ha scelto di farlo con il suo stile provocatorio durante una cena con i membri repubblicani del Congresso. "I paesi mi stanno chiamando per baciarmi il sedere. Muoiono dalla voglia di fare un accordo", ha dichiarato, alimentando ancora una volta polemiche e tensioni diplomatiche.
La nuova era dei dazi: un terremoto economico globale
Le tariffe imposte da Trump colpiscono praticamente ogni nazione, con tassi che arrivano al 104% per le importazioni dalla Cina. L'obiettivo dichiarato è quello di incentivare la produzione interna e penalizzare i paesi che, secondo Trump, mantengono barriere commerciali troppo alte contro gli Stati Uniti. Tuttavia, gli effetti economici sono già evidenti: le stime indicano una riduzione delle importazioni di circa 800 miliardi di dollari nel 2025 e un calo del PIL americano dello 0,7% nei prossimi dieci anni.
La Cina non ha tardato a rispondere, imponendo tariffe del 104% su alcuni prodotti americani, mentre l'Unione Europea si prepara ad adottare misure simili contro beni statunitensi come acciaio, automobili e prodotti agricoli. Anche il Canada ha annunciato contro-dazi mirati. Questi provvedimenti rischiano di trasformare la disputa commerciale in una vera e propria guerra globale dei dazi.
La sfida alle aziende farmaceutiche
Tra le novità più controverse c'è l'annuncio di Trump di voler imporre "tariffe rilevanti" alle aziende farmaceutiche che producono all'estero. "Siamo un grande mercato, questo è il vantaggio che abbiamo", ha dichiarato il presidente durante un evento repubblicano. La misura mira a riportare la produzione farmaceutica negli Stati Uniti, un settore che negli ultimi decenni ha visto gran parte delle sue attività trasferirsi in Cina e India. Tuttavia, gli esperti avvertono che tali politiche potrebbero aumentare i costi per i consumatori americani e aggravare le tensioni commerciali con i paesi esportatori.
L'Europa risponde con forza
L'Unione Europea non è rimasta a guardare. Oggi è attesa l'approvazione delle prime contromisure contro i dazi americani, con tariffe fino al 25% su una vasta gamma di prodotti statunitensi. Bruxelles punta a colpire settori chiave dell'economia americana, come quello agricolo e industriale, per esercitare pressione politica sugli stati repubblicani che sostengono Trump.
Secondo fonti interne alla Commissione Europea, le misure includeranno tariffe su beni come motociclette, frutta e acciaio per un valore complessivo di circa 22 miliardi di euro. L'obiettivo è chiaro: dimostrare che l'Europa non intende subire passivamente le politiche protezionistiche americane.
Conclusioni: uno scontro tra potenze
Le dichiarazioni di Trump sembrano più un auspicio che una strategia consolidata. La sua retorica aggressiva ha trovato una risposta altrettanto decisa da parte delle potenze mondiali. La Cina replica con tariffe record; il Canada e l'Europa si muovono sulla stessa linea. E mentre gli Stati Uniti cercano di imporre la loro forza economica, il rischio è quello di un'escalation che potrebbe danneggiare tutti i protagonisti coinvolti.