A Treviso la storia di Graziella Accetta: "Mio figlio ucciso dalla mafia a soli 11 anni"
Domani la mamma di Claudio Domino, ucciso a Palermo, porterà la sua testimonianza agli studenti del liceo Da Vinci
| Isabella Loschi |
TREVISO - Racconterà agli studenti la sua storia di mamma che ha perso il figlio a soli 11 anni, ucciso barbaramente dalla mafia nel 1986. Graziella Accetta, palermitana, mamma di Claudio Domino, giovedì 30 marzo arriva a Treviso per portare sua testimonianza alle giovani generazioni trevigiane, per non dimenticare.
Domani, dalle 10.30 alle 13, nell’aula magna del liceo scientifico Leonardo da Vinci parlerà agli studenti, insieme al comandante provinciale dei Carabinieri di Treviso Colonnello Massimo Ribaudo, e racconterà la sua storia che le ha sconvolto per sempre l’esistenza. Racconterà che la mafia colpisce anche i bambini, che la mafia colpisce ancora ed è ovunque. Graziella Accetta da anni gira le scuole di tutta Italia per far rivivere la sua storia.
La donna aveva una cartoleria in via Fattori a Palermo. La sera del 7 ottobre 1986 il figlio Claudio era passato in negozio a dirle che si sarebbe avviato a casa con un suo amichetto. Prima che potesse giungere a destinazione, fu però fermato da una Kawasaki: qualcuno gli chiese se era proprio Claudio Domino e poi si udì uno sparo risuonare nel quartiere. Un colpo secco, in mezzo agli occhi. Per il bambino non ci fu più nulla da fare. Perché Claudio sia morto, il perché di tanta “barbarie" (termine con cui il boss mafioso Giovanni Bontade definì l’episodio durante il maxi-processo a Palermo) ancora oggi non è stato chiarito.
“Una mamma di Palermo, una città che la mafia l’ha toccata col sangue di tante vittime, e un colonnello originario di Catania che parlano a dei ragazzi di Treviso, per far capire che è importante non dimenticare e riflettere gli studenti sulla capacità di espansione e diffusione della criminalità organizzata - le parole del dirigente del liceo Da Vinci, Mario Dalle Carbonare - Un momento importante di “Educazione alla Legalità”, aperto a tutta la cittadinanza, per mostrare ai ragazzi che è importante non voltarsi dall’altra parte”.