Treviso saluta Giancarlo Gentilini
Oltre 2mila persona a San Nicolò per i funerali dell'ex sindaco sceriffo: "Interprete del suo popolo, a servizio della comunità"
| Isabella Loschi |

TREVISO - Più di duemila persone a Treviso per l’ultimo saluto a Giancarlo Gentilini. In tantissimi si sono stretti alla famiglia dell’ex sindaco oggi pomeriggio, 29 aprile, nella chiesa di San Nicolò per i funerali di Gentilini officiati dal vescovo Michele Tomasi, affiancato dal vicario generale, monsignor Mauro Motterlini. Il corteo con il feretro è partito da Cà Sugana alle 14, ha attraversato le piazze e vie della città fino ad arrivare puntuale a San Nicolò, accompagnato dagli alpini e dal sindaco Mario Conte, dal presidente del Veneto, Luca Zaia, e dal vicepresidente del Consiglio dei Ministri e leader della Lega, Matteo Salvini. Presenti in chiesa tantissimi primi cittadini della Marca, il Ministro Carlo Nordio, il senatore Andrea Ostellari, il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti, il segretario regionale della Lega Alberto Stefani, il presidente della Provincia Stefano Marcon, assessori regionali, la giunta e i consiglieri comunali di Treviso.
“La città, le istituzioni, i rappresentanti della vita politica e tanti cittadini stanno tributando ancora un ampio omaggio alla figura umana e politica dell’ex sindaco di Treviso, mettendo in risalta l’importanza che Gentilini ha avuto per la vita della nostra città - le parole del vescovo Tomasi durante l’omelia - Nella sua lunga vita Giancarlo ha svolto un ruolo di rilievo per il bene di tutta la comunità civile. Non ho avuto modo di conoscerlo personalmente ma basta ascoltare solo alcune delle reazioni alla sua scomparsa per rendersi conto della forza della sua personalità, della rilevanza della sua figura per Treviso e anche del bene che ha dato ai suoi concittadini e non solo. Gentilini ha saputo interpretare il ruolo dell’amministratore locale in un modo nuovo, vicino ai cittadini e alle loro esigenze. Non è stato soltanto gestore di una macchina amministrativa ma conoscitore dei bisogni e delle necessità, anche di quelle spicciole e apparentemente minori. Ha messo mano direttamente alla soluzione delle questioni, avvicinato l’amministrazione alla vita quotidiana, diventando modello per le successive generazioni di amministrato”.
Tanti gli interventi toccanti e commoventi hanno ricordato cos’ha rappresentato Gentilini per la città e per la politica trevigiana. Dopo la preghiera dell’Alpino, il consigliere comunale Giuseppe "Bepi Basso", storico amico e braccio destro di Gentilini, lo ha ricordato come “Alpino interprete del suo popolo, a servizio della comunità. L’efficenza il suo tratto distintivo, ciò che prometteva lo realizzava. Un esempio da seguire, sarà una guida per tutti noi”.
Il sindaco Mario Conte stringendosi al dolore della famiglia ha detto: “Gentilini è stato il mio sindaco, quello della mia adolescenza e dell’inizio della mia militanza. Ho avuto l’onore di raccogliere l’eredità di una Treviso grata alla sua figura per vicinanza, abnegazione e capacità di arrivare dritto al punto. L’eredità di un rapporto profondo con i cittadini, di un sindaco nella forma e nella sostanza: vicino, corretto, responsabile C’è un’altra lezione che Giancarlo ci ha impartito, quella della coerenza. Se guardiamo alle sue parole, il sindaco Gentilini ha sempre parlato di “cittadini” prima ancora che di “città”. E questo per chi fa politica e per chi amministra non è un dettaglio da poco. La sua è un’eredità che va raccolta, custodita e tramandata. Ciao Giancarlo Gentilini sindaco di Treviso per sempre”.
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