Treviso, riaprono bar e ristoranti: "Serve responsabilità, non è un liberi tutti"
Confcommercio e Fipe: "Bene il ritorno in zona gialla. Nelle prossime settimane ci giochiamo il futuro e tutti dobbiamo fare la nostra parte"
| Isabella Loschi |
TREVISO - Treviso dopo diverse settimane torna in giallo. Da lunedì primo febbraio, dunque, bar, ristoranti e osterie potranno riaprire le porte al pubblico e accogliere nuovamente i clienti fino alle 18. Una ripartenza ridotta ma che porta un pò di positività ad una categoria messa in ginocchio dalla pandemia.
“Sicuramente possiamo dire che si inizia a vedere la luce in fondo al tunnel, ma il passaggio di fascia non è un liberi tutti”. A ribadirlo sono Federico Capraro, presidente di Confcommercio, e Dania Sartorato, presidente di Fipe, la categoria più sacrificata dalle chiusure. “Ci aspetta un periodo di massima responsabilità e rispetto delle regole: l’esperienza, le sofferenze e i sacrifici vissuti quest’anno ci dimostrano bene che se si abbassano le attenzioni, i contagi risalgono immediatamente”.
Per questo i vertici delle categorie commercio e della ristorazione rivolgono un appello agli esercenti ma anche ai consumatori: “Non è un liberi tutti, è semplicemente un progressivo allentamento che, se funzionerà, potrà gradualmente portarci alla ripartenza che tutti vogliamo. Nelle prossime settimane - aggiunge Sartorato – ci giochiamo il nostro futuro e tutti dobbiamo fare la nostra parte anche se il logorio è forte”.
Saldi, riapertura delle scuole e parziale dei locali: assisteremo ad un incremento netto di traffico, contatti e circolazione. “Negozi e locali sono preparati, sono anche pronti ad arginare comportamenti anomali, hanno investito negli adeguamenti di prevenzione sanitaria e ormai alcuni atteggiamenti di protezione e distanziamento sono consolidati ma non è assolutamente il momento di rilassarsi e di pensare che ne siamo fuori. Bisogna lavorare con attenzione e senso di responsabilità, per il rispetto della salute personale e collettiva, in attesa che arrivino i vaccini”.