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24 aprile 2024

Treviso

Treviso, interrotto il servizio che cura gli animali selvatici: "Intollerabile"

Le associazioni animaliste trevigiane valutano un'azione legale: "La Regione è la prima responsabile"

| Isabella Loschi |

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volpe

TREVISO - Dal 1 gennaio 2021 la provincia di Treviso è priva del servizio di recupero, cura e custodia degli animali selvatici feriti. Una lacuna gravissima che comporta un grosso problema per gli animali sofferenti e a rischio morte rimasti privi di ogni soccorso.

Lo si è visto proprio ieri con il povero “Gino”, ( così è stato soprannominato dai soccorritori) un magnifico esemplare di barbagianni stordito dai botti, trovato a San Zenone, che nella strada verso il più vicino “ Centro Recupero Rapaci”, in provincia di Vicenza, non ce l’ha fatta. Forse se fosse stato attivo il servizio di recupero degli animali selvatici feriti sarebbe riuscito a sopravvivere? Questo non possiamo dirlo ma di sicuro sappiamo che nel rimpallo di responsabilità tra enti, sono gli animali i primi a rimetterci.

E’ dal 1992 che la legge nazionale sulla tutela degli animali selvatici affida alla regione Veneto il recupero e la cura degli animali feriti, non si tratta quindi di una novità. La Regione, che in piena emergenza Covid ha consentito ai cacciatori di uscire dal comune di residenza per dare sfogo al loro passatempo, sembra non avere dimostrato lo stesso impegno per garantire la tutela degli animali feriti – affermano indignate le associazioni animaliste trevigiane di Lav, Lav, Leidaa, Lipu Trevigiana, Oipa, Progetto Riccio Europeo e Wwf – venendo quindi meno ai suoi impegni d’istituto.” Fin da novembre scorso le associazioni animaliste e ambientaliste hanno più volte contattato gli uffici della provincia allo scopo di capire quale sarebbe stato il destino del servizio di recupero degli animali selvatici feriti, pronte a dare il proprio supporto all’ente pubblico mettendo a disposizione anche i proprio volontari, ma sentendosi sempre rispondere che la convenzione per dare continuità al servizio stava per essere approvata.

“Ora però la situazione non è più tollerabile, abbiamo dato mandato ai nostri uffici legali di valutare se vi siano gli estremi per segnalare alla Procura della Repubblica l’interruzione di un servizio pubblico imposto dalle norme di settore", concludono le associazioni.

 


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Isabella Loschi

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