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19 aprile 2024

Treviso

Trasporto pubblico in sofferenza: "Bus vuoti e contributi insufficienti"

Colladon, presidente di Mom: "Incassato solo l’82% di quanto stabilito dai provvedimenti legislativi di aprile"

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

Trasporto pubblico Treviso

TREVISO - “Evidenziamo come il trasporto pubblico locale del Veneto sia pagato dai cittadini veneti, a differenza di molte altre regioni dove le aziende si reggono quasi totalmente sui contributi pubblici. Siamo però stanchi che i nostri sforzi per essere virtuosi diventino una penalizzazione e che quando ci si deve sedere al tavolo nazionale del riparto dei fondi, il Veneto rischi di restare all’asciutto”, con queste parole Massimo Bettarello, Presidente Confservizi - Asstra Veneto ha concluso oggi il suo intervento in audizione alla Commissione Regionale Trasporti.

Al fianco di Bettarello, si è schierato oggi anche il presidente di Mobilità di Marca Giacomo Colladon, rappresentando il quadro per il trasporto pubblico in provincia di Treviso: “Per quanto ci riguarda, se chiuderemo il bilancio 2020 tentando di restare in equilibrio, le previsioni per il 2021 non ci consentono nemmeno di delineare un budget. Di fronte al crollo dei passeggeri, le aziende venete, che proprio rafforzando questa voce hanno fatto la propria forza, oggi si trovano doppiamente penalizzate: meno passeggeri e meno contributi pubblici. Così non si sta in piedi”.

Allo stato attuale abbiamo incassato realmente solo l’82% di quanto stabilito dai provvedimenti legislativi di aprile - sottolinea Colladon - Nulla è ancora dato sapere per il 2021. Per questo mi sto attivando per sensibilizzare tutti i rappresentanti politici territoriali, affinché siano erogate al Veneto le risorse già promesse”.

In uno scenario economico finanziario che sta portando le aziende del trasporto locale venete a bloccare tutti i nuovi investimenti, come ad esempio il rinnovo della flotta, si aggiunge l'incertezza di provvedimenti normativi: “Ci auguriamo davvero – conclude Colladon - che in una situazione così difficile non ci venga comunicato il 31 gennaio se il 1 febbraio i ragazzi rientreranno a scuola, non ci sarebbe nemmeno il tempo di ingaggiare i privati per i servizi di rinforzo”. 

 


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