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07 febbraio 2025

Vittorio Veneto

Tragica morte a Tarzo, le testimonianze: "Diceva di essere stanco. Mai ripresi dalla morte della figlia"

La scomparsa di Dorotea Gaio aveva segnato la famiglia

| Roberto Silvestrin |

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| Roberto Silvestrin |

Giancarlo Gaio

“Non ce la faccio più”. Ci sarebbe una grande stanchezza dietro la tragedia che questa mattina ha scosso il comune di Tarzo. Giancarlo Gaio e la moglie Cesira Bianchet, anziani coniugi che abitavano a Colmaggiore di Sopra, sono stati rinvenuti privi di vita all’interno della loro camera da letto. Sono stati trovati dal genero Graziano Fogli questa mattina, intorno alle 6.30, con ferite da arma da fuoco compatibili con l’omicidio-suicidio.

 

Secondo le prime ricostruzioni, Gaio avrebbe sparato alla moglie e poi si sarebbe tolto la vita con la pistola che deteneva regolarmente per uso sportivo. Avrebbe anche lasciato un biglietto per spiegare le ragioni del gesto. Qualche anno fa la famiglia aveva subito la perdita dell’unica figlia, Dorotea, e probabilmente i coniugi non erano mai riusciti a superare del tutto la sua morte. Tutti, questa mattina, hanno parlato di un nucleo familiare segnato irrimediabilmente dalla morte prematura della figlia, scomparsa a 45 anni a causa di un tumore. 

 

“Era una tipica coppia normalissima – spiega Ennio Casagrande, ex sindaco di Tarzo tra gli anni Ottanta e Novanta -. Questo lutto li aveva colpiti profondamente. Li avevo visti ieri, erano tranquilli come al solito. Non avevano mai dimenticato la figlia, e poi c’era l’aggravarsi delle condizioni di salute e l’avanzare dell’età. Ogni volta che lui andava in farmacia e andava alle visite di controllo diceva di essere stanco, perché si trattava di una raschiatura dolorosa. Stamattina avrebbe dovuto fare un’altra raschiatura alla prostata, alle 8 a Conegliano”.

Ennio Casagrande

 

Il genero si era recato al civico 21 proprio per accompagnare il suocero all’ospedale. A quel punto, intorno alle 6.30, si è trovato di fronte la macabra scena. Oggi il bar Zuanella, che si trova proprio di fronte all’abitazione della famiglia, ha deciso di chiudere per lutto. “Mia moglie ha capito subito cosa stava succedendo, ha capito che qualcosa non andava – testimonia Dino Tomasi, il gestore del locale -. Mi pare una cosa impossibile. La morte della figlia ha pesato, li ha segnati. Era una brava ragazza”. “La gente non si riesce mai a capirla fino in fondo – aggiunge Vincenzo Introvigne, cugino di Cesira -. Nessuno si aspettava una cosa del genere”.

 

Originario di Milano, Gaio aveva lavorato presso una fornace e come panettiere. Poi aveva conosciuto Cesira, si erano sposati e si erano sistemati a Tarzo, luogo di origine della donna. Secondo quanto appreso questa mattina, l’uomo era un bersagliere e in passato aveva frequentato regolarmente il poligono di tiro. Nonostante l’età, era ancora autosufficiente. Cesira aveva invece lavorato come cameriera e donna delle pulizie. Vivevano da soli, e lei qualche giorno fa era caduta dalle scale. Cinque anni fa, invece, avevano subito il lutto che aveva cambiato per sempre le loro vite.

 

Nella foto di copertina: Giancarlo Gaio

 

 

Leggi anche: Tragedia a Tarzo, spara alla moglie e poi si toglie la vita: in casa trovato un biglietto

 

 

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