Tragedia sul lavoro a Cessalto, la vittima lascia la compagna e un figlio di dieci anni
Dritan Mecaj era un lavoratore esperto. Il sindacato: “Investimenti e controlli per evitare tragedie”
| Angelo Giordano |
CESSALTO - Si chiamava Dritan Mecaj e aveva 43 anni: è la vittima dell’infortunio sul lavoro accaduto nella tarda mattinata di oggi all’azienda agricola Corvezzo di via Palù a Cessalto. L’uomo lavorava in azienda da quasi 30 anni ed è descritto come molto esperto. Al vaglio degli inquirenti le cause che lo hanno portato al decesso. L’uomo è morto per asfissia all’interno di un silo. Lascia la moglie, di professione operaia, e un figlio di 10 anni. Da sempre residente a Cessalto, aveva cambiato di recente abitazione rimanendo sempre in comune. Era molto conosciuto e ben integrato in centro. Per questo la sua scomparsa ha lasciato attoniti e senza parole tutta la comunità locale.
Infortunio mortale sul lavoro, Battain: “Investimenti e controlli per evitare tragedie” “Anche il settore dell’agricoltura è funestato dalle morti sul lavoro. A nemmeno due settimane dall’ultimo infortunio mortale altro sangue macchia la nostra provincia, questa volta a perdere la vita un lavoratore straniero impiegato in una ditta vitivinicola. Resta ancora inascoltato dalle rappresentanze imprenditoriali e delle Istituzioni il richiamo del Sindacato sul tema sicurezza nei luoghi di lavoro: bisogna fare molto di più per evitare che accadano queste tragedie e per abbassare drasticamente i numeri degli infortuni che hanno registrato un’impennata in particolare proprio in questo anno”. Con grande disappunto commenta così Rosita Battain, segretaria generale FLAI CGIL di Treviso, l’incidente sul lavoro verificatosi oggi, mercoledì 14 dicembre, in un’azienda di Cessalto e che ha visto vittima un 43enne straniero.
“Esulando dalla tragedia odierna, le cui cause e responsabilità saranno prese in esame e verificate dai soggetti competenti, in generale servono interventi significativi in termini di adozione di dispositivi di sicurezza, di applicazione dei protocolli di prevenzione dai rischi, di formazione - sottolinea la segretaria generale della FLAI CGIL -, anche impegnando in prima linea l’ente bilaterale nell’erogazione di risorse ad hoc. Alla pari, anche le Istituzioni sono chiamate a vigilare attraverso gli enti preposti perché vengano rispettate le norme in materia di sicurezza e salute”. “L’agricoltura - aggiunge Rosita Battain - impiega molta forza lavoro migrante, specialmente stagionale. Per questi lavoratori è indispensabile aprire una profonda riflessione perché abbiano tutti gli strumenti conoscitivi, culturali e di competenze, sulla sicurezza. Già a rischio sfruttamento e caporalato, non vogliamo diventino carne da macello nelle nostre imprese. Ai capitani d’impresa che si vantano di qualità del prodotto, chiediamo e rivendichiamo qualità del lavoro che a quel prodotto sta dietro: sicurezza, stabilità, dignità, professionalità”.
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