Traffico illecito di rifiuti e inquinamento: sequestrate centrali a biogas e un allevamento
Tra gli otto indagati anche un 62enne di Motta di Livenza. Sigilli a tre impianti e un’azienda zootecnica. Sequestrati 220mila euro
| Redazione OT |

ANCONA – Un’operazione su larga scala contro il traffico illecito di rifiuti e l’inquinamento ambientale ha portato al sequestro di tre impianti di produzione di biogas, di un allevamento di bovini e al blocco di oltre 220mila euro. Coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Ancona, l’inchiesta coinvolge otto persone e quattro società, accusate di smaltimento illecito di rifiuti, inquinamento ambientale e corruzione. Tra gli indagati figura anche un 62enne di Motta di Livenza, responsabile tecnico di una delle aziende coinvolte. Le indagini, condotte dai Carabinieri Forestali di Ancona con il supporto dei colleghi di Ascoli Piceno, Macerata e del Reparto Parco dei Monti Sibillini, hanno fatto emergere pratiche illegali nello smaltimento di liquami bovini e digestato. In soli quattro mesi sarebbero state disperse oltre 3.800 tonnellate di rifiuti, sversati nei terreni e nei torrenti affluenti del fiume Esino. Il risultato? Deterioramento ambientale e distruzione della fauna ittica.
Tra gli otto indagati figura anche un funzionario della Regione Marche, accusato di corruzione: avrebbe ricevuto denaro in cambio del rilascio di un’autorizzazione illegittima per la conversione di un impianto da biogas a biometano. Nel mirino degli inquirenti anche l’allevamento sequestrato, dove sarebbero stati detenuti 500 bovini in condizioni igieniche precarie, a fronte di un’autorizzazione per soli 300 capi. Lo smaltimento dei liquami avveniva illegalmente, con lo scarico in vasche di un impianto dismesso e successivo riversamento nei terreni.
Gli accertamenti hanno rivelato che le centrali operavano al di sopra delle capacità di smaltimento, con sversamenti effettuati durante le piogge per mascherare la presenza degli inquinanti. Dal 2013 ad oggi, l’Arpam di Ancona ha rilevato un aumento anomalo dei nitrati in un pozzo della zona, tanto da renderne l’acqua non potabile. L’operazione ha incluso perquisizioni nelle sedi legali delle aziende coinvolte e il supporto del Nucleo Carabinieri Elicotteri di Pescara per monitorare l’area dall’alto.
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