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19 aprile 2024

Oderzo Motta

Tracollo per le aziende vinicole dell’opitergino-mottense: fatturato giù dell'80%

E’ crisi nera per le aziende specializzate nella vendita diretta al cliente e per quelle che vendono a bar, ristoranti, enoteche e alberghi

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Franco Passador

ODERZO - Fatturati infatti giù dal 50% all’80% per le aziende che producono vino nell’Opitergino-Mottense.

Il dato emerge da un'indagine realizzata da Lago.com su circa mille imprese vinicole tra Oderzo, Motta, Salgareda, Ponte di Piave, Meduna, Gorgo al Monticano, Chiarano, San Polo di Piave, Ormelle, Mansuè, Portobuffolè.

Si salvano le grandi aziende, ossia quelle dove produzione è orientata alla vendita nei canali della grande distribuzione. E’ crisi nera per le aziende specializzate nella vendita diretta al cliente e per quelle che vendono a bar, ristoranti, enoteche e alberghi.

Se poi come accade in questi ultimi anni ci si dovesse aggiungere il “clima pazzo” che ha arrecato ingenti danni alle colture, per l’agricoltura, che ha sempre tenuto in questi anni, sarebbe davvero l’annus horribilis. Valerio Nadal presidente del Condifesa TVB fa un invito: «E’ ancora importante assicurarsi contro gli sconvolgimenti meteo e le fitopatie. L’anno scorso abbiamo risarcito per 40 milioni gli imprenditori della Marca. Quest’anno è ancora più importante mettersi al riparo».

Sulla questione è preoccupato Franco Passador (nella foto), direttore generale di ViVO Cantine, una delle più importanti realtà produttive del Veneto Orientale con 10 cantine, 70 milioni di chili d’uva lavorata, 30 milioni di bottiglie esportate e un fatturato consolidato che supera i 110 milioni di euro.

Passador sulla crisi determinata da Covid 19 commenta: «A registrare le contrazioni più rilevanti è il segmento della vendita a ristoranti e bar, dove si registrano cali di consumo preoccupanti a causa del lockdown della ristorazione nonché per l’azzeramento del flusso turistico. Perdite non compensate dall’aumento delle vendite nella grande distribuzione. Non solo.

Ne risente in modo consistente anche l'esportazione, principalmente verso i nostri partner europei. In primis Germania e Regno Unito, dove si registrano le stesse problematiche». Tra l’altro a Londra si sta registrando un vero e proprio tracollo. E ora che succederà? «Difficile fare previsioni attendibili, ma se la ristorazione sarà l’ultima a ripartire, per il settore le conseguenze saranno pesanti.

La criticità presente è destinata ad incidere profondamente sul modo di pensare, di vivere, di lavorare e di relazionarci. Ma questi giorni ci consentono anche di riflettere, di valutare e progettare per prepararci alla ripresa, che sicuramente arriverà, per essere pronti quando l’emergenza sarà finita».
 

 



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