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19 aprile 2024

Castelfranco

Torna a risplendere la cappella del Santissimo del Duomo di Asolo

Un accurato restauro l'ha restituita alla comunità nel suo antico splendore

| Maria Elena Tonin |

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| Maria Elena Tonin |

Particolare della cappella del Santissimo, Cattedrale di  Asolo

ASOLO -  L'oro che racconta l'ultimo raggio di sole del giorno, gli stucchi realizzati "come oggi forse non si riuscirebbe a fare" e tonalità di azzurro che non conosciamo perchè "fuori moda": torna a rispendere la cappella del Santissimo del Duomo di Asolo, dopo il restauro appena concluso. Si riaccendono le luci ad illuminare questo pezzo di cattedrale che racconta in modo mirabile, la storia sedimentata di Asolo. Maurizio Trevisan, titolare delo studio di architettura che ha curato il minuzioso restauro, relizzato dalle ditte DIEMMECI Scarl di Villorba e Costantini Antonio Restauratori d'Arte di Treviso, quando racconta il lavoro fatto, invita a cercare di immaginare come fosse Asolo e il suo cuore pulsante e come si sia trasformato nel tempo. "Asolo è stata una città romana atipica: non erano qui le case e ci è difficile immaginarlo, ma non vi erano neppure la piazza con le stradine che si snodano o palazzi: vi era solo una serie di servizi pubblici , come le terme, il teatro e un luogo di culto. Il Duomo stesso, che ancora oggi conserva il titolo di "cattedra",  lo dobbiamo immaginare, nei suoi inizi, come una chiesa dall'aspetto francescano.



Una chiesa fatta di mattoni e travi a vista, senza controsoffitti (e tantomeno cupole), il tetto in tavelle e poco intonaco. Sul pavimento, come si usava, le tombe. Rimangono nell'ala nord i restti archeologici del primo luogo di culto, ma nei secoli il suo aspetto è molto cambiato, in particolare a partire dalla seconda metà del settecento e con la figura di Giorgio Massari. La cappella oggi del Santissimo, diventa il cuore della nuova chiesa e non più capella funebre privata della famiglia del pretore. Si apre alla luce e necessita di una veste nuova.





"Gli stucchi che ci siamo trovati davanti" racconta Trevisan "sono molto raffinati: credo che oggi, con quel tipo di lavorazione, stucco su una struttura di legno, non riusciremmo a replicarli con la stessa accuratezza e precisione: il melograno aperto, i chicchi dell'uva, le foglie, le frange che sembrano cucite, sono di un realismo impressionante. Il resto lo fa il colore,  che riportato alle origini, non semplice pittura, per così dire, ma è parte stessa della materia e  una volta tolti gli strati di sporco, ha ritrovato la sua essenza. Pur avendo colori freddi legati al gusto barocco, trasmette vita e calore. "





Il restauro, iniziato lo scorso febbraio, si è realizzato in diverse fasi, partendo dalla riparazione del tetto, causa del degrado dell'ala, fino ad arrivare ad una nuova illuminazione, che sarà adatttabile alle diverse cerimonie. La Cappella ospita anche una preziosa fonte battesimale del 1492, donata dalla regina Caterina Cornaro. Il restauro della cappella è stato complicato e costoso. La riparazione delle infiltrazioni del tetto e la dotazione di nuove grondaie, è stata realizzata grazie ad un contributo di 12mila euro da parte del comune di Asolo, mentre il resto del restauro conservativo, dell'ordine di qualche decina di migliaia di euro, si deve invece alla donazione di un privato cittadino che ha voluto rimanere anonimo. "Ringrazio a nome della comunità e del parroco questo cittadino, di cui nemmeno io conosco l'identità" conclude Trevisan "Un benefattore che ha voluto rimanere anomimo ha notato il degrado della cappella che era letteralmente "nascosta" dallo sporco sedimentato e ha presentato il progetto direttamente alla sovrintendenza. Il progetto è stato ritenuto valido e ci è stato poi passato."


 


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Maria Elena Tonin

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