Tessitura Monti, doppio binario: trattativa di vendita e liquidazione
L'unica offerta pervenuta per l’acquisizione del ramo d’azienda prevede il mantenimento di soli 60-70 posti di lavoro contro gli attuali 160
| Isabella Loschi |
MASERADA SUL PIAVE - Giorni delicatissimi per il destino della Tessitura Monti e per i 160 lavoratori impiegati allo stabilimento di Maserada sul Piave. In relazione all’unica offerta di acquisto pervenuta da un possibile compratore svizzero, procede la trattativa del commissario straordinario nominato dal Tribunale ma, confermano i sindacati, si ferma all’eventuale acquisizione di un ramo d’azienda con il mantenimento del posto di lavoro di 60-70 dipendenti. Parallelamente però lo stesso commissario straordinario presenterà al Tribunale domanda di liquidazione dell’azienda. Una finestra temporale di un paio di settimane che pone di fronte uno scenario quantomai sconfortante: una novantina di lavoratori perderanno il posto di lavoro. Queste le ultime notizie in mano alle federazioni sindacali trevigiane.
“Ci siamo mossi subito nel convocare un’assemblea dei lavoratori – spiegano Ildebrando Dall’Acqua della Filctem Cgil, il segretario generale della Femca Cisl Gianni Boato e Francesca Mazzoli della Uiltec Uil – per illustrare loro la dura situazione alla quale si sta andando incontro”. Nel frattempo i sindacati si sono subito attivati nell’inoltrare al Ministero del Lavoro domanda di cassa integrazione per chiusura come salvagente reddituale fino al 31 dicembre 2023 e nel richiedere alla Regione del Veneto l’avvio di politiche attive del lavoro.
“È un duro colpo per l’occupazione del territorio e per le famiglie dei lavoratori. Ci auguriamo che almeno l’acquisizione del ramo d’azienda vada in porto così da mantenere più posti di lavoro possibile – aggiungono Dall’Acqua, Boato e Mazzoli –. Per tutti i lavoratori e le lavoratrici ci muoviamo per garantire gli ammortizzatori sociali necessari e il loro ricollocamento nel minor tempo possibile”.