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19 aprile 2024

Treviso

Terziario: nella Marca il 43% delle imprese ha peggiorato la propria condizione finanziaria

L'allarme di Nunzi, commissario Confcommercio: “Su queste fasce deboli c’è il rischio concreto di infiltrazioni malavitose"

| Isabella Loschi |

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Tullio Nunzi Unascom-Confcommercio

Tullio Nunzi, commissario di Unascom-Confcommercio

TREVISO - In Provincia di Treviso sono almeno 1500 le imprese nel commercio e nel terziario definite “zombie”, ovvero aziende sovra - indebitate che stanno in piedi con i ristori e sostegni ma che non possono chiudere per l’insostenibilità dei costi generati dalla chiusura di una società.

Il 43% delle imprese trevigiane del terziario ha peggiorato la propria situazione finanziaria con cali di fatturato fino al 90% per il settore del turismo. Ed è proprio su queste imprese senza liquidità e ad un passo dal fallimento che, secondo la Confcommercio di Treviso, potrebbe mettere le mani la mafia con offerte da parte di oggetti estranei al mondo imprenditoriale.

A lanciare l’allarme alla vigilia della Giornata della Legalità, è il Tullio Nunzi, commissario di Unascom-Confcommercio: “Su queste fasce deboli con la ripartenza, c’è il rischio concreto di infiltrazioni malavitose, che possono compromettere la tenuta di un tessuto imprenditoriale sostanzialmente sano come quello della Marca trevigiana”.

“Noi, come Confcommercio, siamo in stretto contatto con il Prefetto su questi temi, e il senso della giornata della legalità, in piena pandemia, è proprio questo. Mai come ora le imprese in difficoltà finanziaria devono appoggiarsi alla rete di sostegno delle associazioni di categoria e al ruolo indispensabile dei Confidi. Oltre ai decreti governativi che ancora non hanno messo in campo tutte le risorse, esiste anche il “sostegno umanitario”: le associazioni offrono una consulenza mirata e diretta alle imprese oggi in seria difficoltà”. Ristorazione e turismo registrano drammatici cali di fatturato, con oscillazioni tra il 40% e il 90% nel settore turismo.

“La pandemia ha segnato la vita di molte imprese, soprattutto quelle con affitti alti dei locali o in affitto d’azienda, ma ha messo in campo anche un nuovo ruolo degli enti Pubblici e delle banche, ora più attente e sensibili, e dovranno esserlo sempre di più. La nostra indagine dimostra, a marzo 2021 che: il 43% delle imprese ha un peggioramento della propria situazione finanziaria, i fabbisogni finanziari aumentano proporzionalmente al numero di dipendenti ed il 39% delle imprese ha chiesto credito alle banche ottenendo l’accoglimento delle pratiche di finanziamento per il 71,4% .

Siamo quindi di fronte ad una situazione di indebitamento generalizzato che si protrarrà per anni: è indispensabile prevenire e fare in modo che il mondo bancario cambi radicalmente l’approccio verso le piccole imprese”.

 


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