Telemarketing selvaggio: squilli fantasma e numeri falsi, cellulari sotto assedio
Ecco come provare a difendersi dal nuovo volto delle chiamate moleste
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Squilli brevi che si interrompono all’istante. Numeri sconosciuti che si mascherano da banche, ospedali o enti pubblici. Offerte insistenti, spesso ai limiti della truffa. Sempre più italiani si ritrovano ostaggio di un telemarketing aggressivo e sfuggente, che ha abbandonato le vecchie regole del gioco per adottare tecniche sofisticate, sfuggenti e spesso illegali. Negli ultimi anni, le chiamate commerciali indesiderate hanno conosciuto un’escalation senza precedenti, alimentata da un mercato opaco e senza regole. Una giungla in cui le normative esistono, ma non sempre funzionano. E così, milioni di utenti si trovano a combattere ogni giorno contro uno stillicidio di squilli sospetti.
Il trucco dello spoofing
Al centro di tutto c’è una tecnica tanto semplice quanto ingannevole: il spoofing. Consente agli operatori di camuffare il numero da cui chiamano, facendolo apparire come familiare o istituzionale. Il risultato? L’utente abbassa la guardia e risponde, pensando che possa trattarsi del medico di base, della banca o persino di un familiare. Ma dietro, spesso, c’è un call center all’estero pronto a proporre offerte aggressive o a raccogliere informazioni personali.
Dati personali in vendita
Come arrivano ai nostri numeri? Il traffico di dati personali è un affare milionario. Online, anche sul dark web, circolano liste di contatti acquistabili per poche migliaia di euro, contenenti non solo numeri di telefono, ma anche nomi, indirizzi, codici fiscali e in alcuni casi perfino coordinate bancarie. A volte basta accettare i cookie sbagliati o partecipare a un concorso online per finire nel tritacarne del marketing selvaggio.
Difendersi si può (ma non basta)
L’iscrizione al Registro pubblico delle opposizioni (RPO) è un primo baluardo di difesa. Introdotto per bloccare le chiamate pubblicitarie verso numeri fissi e cellulari, oggi conta oltre 31 milioni di utenze registrate. Tuttavia, la sua efficacia è limitata: i call center più aggressivi usano tecniche che aggirano il blocco, rendendolo spesso inutile. E molti utenti non sanno che ogni nuova iscrizione azzera i consensi precedenti, quindi va aggiornata periodicamente. Oltre al RPO, è fondamentale non condividere mai dati personali al telefono, ignorare i numeri sospetti e segnalare ogni abuso all’Agcom o al Garante per la privacy.
Un nuovo codice per cambiare rotta
Nel 2024, è stato introdotto un nuovo Codice di condotta per il settore del telemarketing. Le regole sono più rigide: chiamate solo tra le 9 e le 20 nei feriali, dalle 10 alle 19 il sabato, e vietate nei giorni festivi. Gli operatori legali devono usare il prefisso 0844 e registrarsi obbligatoriamente al Registro delle comunicazioni. Ma anche qui, il limite è chiaro: chi opera nell’illegalità continua a farlo, ignorando ogni tipo di regolamentazione. "Fino a quando non si affronterà seriamente il problema della compravendita dei dati e dello spoofing, sarà difficile arginare davvero il fenomeno", denunciano le associazioni dei consumatori. Nel frattempo, agli italiani non resta che armarsi di pazienza, attenzione e qualche app per bloccare le chiamate. Perché il telemarketing selvaggio, al momento, non conosce tregua.
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