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09 ottobre 2024

Treviso

Tasse non versate, inchiesta in aeroporto a Treviso

La Guardia di Finanza di Treviso ha scoperto, presso l’aeroporto “Antonio Canova”, 1.310 passeggeri di voli aerotaxi, per i quali non sono state versate imposte

| Gianandrea Rorato |

| Gianandrea Rorato |

Tasse non versate, inchiesta in aeroporto a Treviso

TREVISO – Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso, nell’ambito dell’attività di vigilanza doganale e antifrode, svolta presso l’aeroporto “Antonio Canova” di Treviso, hanno individuato 91 vettori aerei che, per l’annualità 2023, hanno omesso di versare l’imposta erariale dovuta per i voli aerotaxi, causando un danno all’Erario di 137.500 euro.

Oggetto delle attenzioni investigative è una “nicchia” del trasporto aereo, vale a dire i voli non di linea, effettuati con velivoli riconducibili a società di noleggio, con poche decine di posti, solitamente utilizzati per avere maggior comfort e risparmiare tempo, evitando ritardi, code agli imbarchi e al ritiro bagagli.

Sono ben 1.310 i passeggeri transitati per lo scalo trevigiano, distribuiti su 395 voli aerotaxi, per i quali non è stata versata l’imposta, che è pari a 100 euro per le tratte inferiori a 1.500 km o 200 euro in caso di tragitti superiori, e deve essere corrisposta, per ogni tratta con partenza e/o arrivo sul territorio nazionale, dal singolo passeggero che fruisce del servizio di trasporto direttamente al vettore, che a sua volta è obbligato a versarla allo Stato.

Si tratta di operatori stranieri, con sede in Albania, Austria, Belgio, Bulgaria, Canada, Croazia, Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Lituania, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Stati Uniti d'America, Svezia, Svizzera, Ungheria.

A individuare i passeggeri “fantasma” sono state le Fiamme Gialle del Gruppo di Treviso che, dopo aver acquisito, presso le società di handling attive presso l’aeroporto “A. Canova” di Treviso, le dichiarazioni depositate dai vettori utilizzati per i voli aerotaxi, hanno incrociato i dati con i versamenti effettuati presso la Ragioneria dello Stato.

Sono state così scoperte le compagnie aeree che non hanno versato l’imposta erariale, al fine di offrire prezzi più competitivi a imprenditori e turisti. Oltre all’imposta evasa, ora si vedranno applicare anche sanzioni per circa 41 mila euro, pari al 30% delle somme evase.

L’attività ispettiva fa seguito a quella analoga, conclusa nel biennio 2022-2023: all’esito di analoghi controlli, i finanzieri del Gruppo di Treviso avevano, infatti, individuato altri 162 vettori aerei che, nel periodo d’imposta dal 2017 al 2022, avevano provocato un ammanco alle casse dello Stato di 267.340 Euro, non versando l’imposta erariale dovuta al transito, presso lo scalo trevigiano, di altri 2.446 passeggeri, distribuiti su 718 voli aerotaxi.


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Gianandrea Rorato

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