Tanti bimbi bengalesi, prezzi bilingue per passeggini
L'iniziativa di un negozio di Mestre. 'Il mondo è cambiato'
| Ansa |
VENEZIA - Le città cambia e fra trasferimenti e calo demografico, anche a Mestre le culle 'italiane' diventano una rarità. Sono soprattutto le mamme bengalesi, o indiane, quelle che incrementano la popolazione della terraferma veneziana. Così anche uno storico negozio di passeggini e vestitini nel centro di Mestre, 'Cecchetto', ha deciso di evolversi, mettendo per la prima volta in vetrine le targhette dei prezzi bilingue, in Italiano, e nella lingua dello Stato affacciato sul Golfo del Bengala. Una comunità, quella bengalese, che pian piano sta 'conquistando' buona parte della città. Cecchetto è aperto a Mestre dal 1959, si trova a due pasi dalla centrale Piazza Ferretto. Negli anni ha fornito lettini, culle, fasciatoi e seggiolini per generazioni di abitanti di Mestre, spesso della parte più abbiente dei residenti. della città.
È noto anche per la sua vetrina piena di peluche, anche taglia oversize. La scelta dei cartellini bilingue è ovviamente commerciale, ma si è anche necessaria, perché molte coppie bengalesi, magari in Italia da poco, non masticano così bene l'italiano. "Ma cosa volete che sia una cosa così - dice Andrea Cecchetto - Basta guardarsi in giro per vedere quante mamme bengalesi ci sono. Il mondo è cambiato e di conseguenza sono cambiate anche le città. Mestre non è da meno. Quella di mettere questi cartellini anche in bengalese è un'idea che avevamo da un po' di tempo, l'abbiamo messa in pratica da un paio di settimane". "C'è scritto - e con la mano indica i prodotti - che quei passeggini vengono venduti in accoppiata con il seggiolino per l'auto, oppure che si tratta di un 'ultimo pezzo'". Il prezzo naturalmente non cambia, e anche le indicazioni su uso e montaggio devono essere spiegate. "Sono famiglie giovani - racconta Cecchetto - Spesso annuiscono, non sempre comprendono la nostra lingua. È necessario fare un passo di questo tipo, e ho già visto che c'è stata una risposta positiva.
Del resto, anche a Venezia, in passato, prediligevano le commesse che parlavano russo o cinese, invece di quelle ferrate in inglese, dato che i clienti più facoltosi arrivavano da quei Paesi". "Nel nostro caso - conclude il negoziante - sono persone che non possono spendere molto, guardano a prodotti a prezzi accessibili, vivono in un centro urbano dove le famiglie dei mestrini se ne sono ormai andate, ed io ho la fortuna di essere rimasto l'unico negozio specializzato in prodotti per la primissima infanzia". A Mestre la presenza di bambini figli di coppie immigrate oscilla tra il 40 e il 50%, con un picco che sfiora il 60% nel quartiere Piave, il più multietnico, a ridosso del negozio.