Studenti e alunni intirizziti dal gelo? Colpa del covid!
Per aerare le aule, in diverse scuole delle Marca, bimbi e ragazzi sono costretti a stare con le finestre spalancate
SAN PIETRO DI FELETTO - Magari al Covid, a scuola, si potrà riuscire anche a farla franca. Con la broncopolmonite invece ce la giochiamo. Nei primi giorni di escursione termica più che andare a scuola sembrava di scendere in una trincea “a cielo aperto” per ottemperare alle disposizioni della autorità sanitarie: areare il locale prima, dopo e (dai che è meglio) anche durante. Porte aperte: orario continuato. Finestre spalancate per boccate d’aria permanenti e continue. Una scuola “a porte aperte”. E non nel senso figurato del termine.
A OggiTreviso ha scritto ieri, da San Pietro di Feletto, Marino Zanardo, quindici volte nonno. Quando se li è visti ritornare a casa, alcuni suoi nipoti, alla fine delle lezioni, mezzi intirizziti, si è chiesto da quale emisfero provenissero. Invece gli hanno spiegato che per tutta la mattina erano stati al fresco; che - secondo le maestre - “queste sono le indicazione e la Preside controlla che vengano rispettate”. Il nipotino più piccolo, di seconda elementare, si confida: “Nonno ho avuto tanto freddo, sono andato tante volte al bagno e non mi sento ancora troppo bene”.
Scuote la testa nonno Marino: “Ma il buon senso dove sta? Va bene arieggiare ma tenere le finestre sempre aperte...”. Ce ne passa insomma. E se il buongiorno si vede dal mattino, nelle giornate dell’inverno prossimo venturo si preannuncia una ecatombe. Marino non si dà pace: “Sarà mica un atteggiamento normale?” No, non lo è. Quasi mai lo è applicare tutto alla lettera e a prescindere. Anche le norme anticovid devono essere condite con un pizzico di buon senso. Per non cadere dalla padella nella brace.