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28 marzo 2024

Treviso

Stipendi ancora in ritardo: scioperano gli addetti alle pulizie dei 200 uffici postali della Marca

Le sigle sindacali hanno proclamato lo sciopero per domani: "È una situazione ormai intollerabile, che si protrae da mesi in provincia di Treviso"

| Isabella Loschi |

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addetti pulizie uffici postali

TREVISO - Stipendi ancora in ritardo per le lavoratrici dell’appalto delle pulizie dei 200 uffici postali della provincia di Treviso. Per questo domani, giovedì 21 ottobre, le sigle sindacali di categoria Filcams, Fisascat e Uiltrasporti hanno proclamato uno sciopero nazionale con ricadute locali.

Forte la preoccupazione della Fisascat Cisl Belluno Treviso per il ritardo cronico nella corresponsione delle mensilità, ma anche per le continue violazioni del contratto collettivo di lavoro da parte della società che ha in appalto il servizio di pulimento e sanificazione degli uffici di Poste italiane. “La società- afferma Claudio Cavallin della Fisascat territoriale -, oltre ad essere in costante ritardo nel pagamento dei salari, non effettua i versamenti ai fondi di previdenza e assistenza sanitaria e alla bilateralità del settore e non adegua i livelli d’inquadramento a lavoratrici e lavoratori. È una situazione ormai intollerabile, che si protrae da mesi in provincia di Treviso come nelle tante regioni del centro-nord e la Campania, dove la società ha l’appalto”.

Le federazioni sindacali si stanno muovendo a livello nazionale, e fanno sapere che, non avendo ottenuto risposte soddisfacenti nell’incontro con la società avvenuto lunedì scorso, hanno deciso unitariamente di proseguire lo stato di agitazione con la giornata di astensione dall’attività lavorativa di giovedì 21 ottobre.

Filcams, Fisascat e Uiltrasporti sottolineano che, nel corso dell’incontro, “la direzione aziendale ha confermato di aver risolto le problematiche di blocco dei conti correnti ricevute con il l’avvicendamento di alcune cariche dirigenziali, ma continuano purtroppo a persistere i ritardi nei pagamenti delle competenze perché, a loro dire, Poste Italiane non effettuerebbe costantemente i pagamenti all’impresa, scaricando cosi il disagi direttamente alle lavoratrici e ai lavoratori”.

 


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Isabella Loschi

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