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29 marzo 2024

Castelfranco

"Spendere meno non dice nulla dell'essenza del voto e non dà risposte alla complessità della questione"

Lo dice il professor Lorenzo Capovilla, storico di caratura ed ex presidente dell'ISTRESCO

| Maria Elena Tonin |

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| Maria Elena Tonin |

Lorenzo Capovilla

PIEVE DEL GRAPPA - Un voto che divide la famiglia, ma solo nel dibattito politico che, in casa Capovilla, a Pieve del Grappa, non manca mai. Un no, convinto, ad una riforma che è semplicemente antipolitica e che nulla risolve, un timido sì dalla parte giovane della famiglia, "sì", non convinto ma come male minore, con la speranza che sia un segno per cambiare, e un'insospettabile tentazione di "non andare a votare" da parte di chi è sempre stata passionaria.

 

Lui è Lorenzo Capovilla, ex sindaco di Crespano del Grappa, ex insegnante ed ex presidente dell'ISTRESCO (Istituto per la storia della Resistenza e della Società Contemporanea della Marca trevigiana), per cui ha scritto e curato molte pubblicazioni. La moglie, Flavia Simonetto, non è da meno, altrettanto appassionata di politica e di storia, ha fondato l'università popolare nella Pedemontana del Grappa.

"Apparentemente" esordisce Capovilla "il voto sembra lineare: meno parlamentari, in un parlamento con due camere che fanno più o meno le stesse cose." Dunque? "Spendere meno non dice nulla dell'essenza del voto e non dà risposte alla complessità della questione" continua Capovilla "è solo uno slogan: chi fa politica oggi parla per senso comune e fa politica per sentito dire. E', insomma, un’antipolitica: una contraddizione di termini."

 

Capovilla parla di questo referendum (che fa rimpiangere, a malincuore, il precedente, proposto da Matteo Renzi, che almeno proponeva una legge elettorale) come il risultato di una politica di "scarsissima qualità" che non parla più ai cittadini, "oggi abbiamo una classe politica impreparata, senza il dibattito e la preparazione dei partiti. Assolutamente inadeguata ad affrontare la complessità della società. Uno oggi arriva a fare il deputato e si arrabatta come meglio può." La partecipazione è diventata ricerca di consenso.

 

"I 600 euro anche se chiesti da pochi parlamentari, sono l'esempio più evidente dello spessore della nostra classe politica" continua Capovilla "Facciamo, o vorremmo fare, le rivoluzioni: ma non durano. L'esperienza costituzionale è stata molto pragmatica e tragica, per quello che avevamo appena vissuto: anche all'epoca c'erano scandali e malversazioni, ma la Costituente ha dato al paese una spinta a cambiare e a rinnovare, la società e la politica, voleva essere e lo è stato, un esercizio di democrazia dopo la dittatura della guerra. Oggi la politica è personalismo ed è frantumata: non ha nessun progetto, nessuna visione."

 


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Maria Elena Tonin

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